domenica, marzo 17, 2013

88 miglia orarie

Tra le mie filosofie c'è che il passato è passato, non bisogna stare troppo a rimuginare sulle infinite possibilità che ci ha fatto perdere una determinata scelta che abbiamo fatto, ed è per questo che non dico mai (ammetto che alle volte lo penso ma non lo dico mai) "se solo quel giorno avessi/non avessi ....", perchè la scelta che ho preso quel giorno non è più modificabile, è inutile immaginare quello che io chiamo l'albero delle possibilità di eventi passati, tutti i rami di quel albero sono stati recisi a favore di quello che stiamo vivendo, sarebbe come guardare un palazzo e dire "guarda che bel bosco che c'è li" immaginandoci un lussureggiante verde che c'era nel medioevo.... roba da pazzi.
In sti giorni però il passato sta tornando prepotente nel mio presente mettendo in dubbio il mio futuro, tante date che si mischiano per scuotere l'albero della mia vita e rendermi poco chiaro quello che mi aspetta in futuro.
Turbinio temporale, 17/09/1984, 18/03/2003, 11/05/2009, 21/07/2009, 05/08/2009, 16/03/2013 immagini di luoghi, persone, frasi, tutto si mischia in un frullato emotivo che mi lascia spaventato e pensieroso perchè per una volta quello che succederà in futuro non è sotto il mio controllo ma lo decideranno altri, medici per carità ma sempre gente esterna che per quanto abbia studiato di me e della mia vita non sa nulla e, contrariamente a quanto ci fanno credere i telepolpettoni a cui siamo abituati, di quello che sarà la mia vita a seguito della loro decisione non fregherà nulla.
In tutto questo per una volta sono io a cercare qualcuno con cui parlare, magari sfogarmi ma sembra che tutti quelli che cerco non ci siano o non abbiano tempo, sono in una bolla solo con i miei dubbi, solo con i miei mille se,  sono il primo a essere logicamente consapevole che nessuno potrà togliermi i dubbi o rassicurarmi più di tanto, ma ho di nuovo quella voglia di urlare e per una volta vorrei che il vento non fosse l'unico a sentirmi.
Avete letto fino a qui, vi sarete immaginati chissà quale grosso problema ma prima di andare avanti voglio rassicurarvi (e magari farvi smettere di perdere tempo) che il mio problema riguarda il rinnovo della patente (avete notato che due date erano a  distanza di circa 10 anni l'una dall'altra?).
Tutto inizia il 17/09/1984 quando per caso o per desiderio come capita a tutti venni al mondo, un bambino come tanti, che assomigliava a una patata come tutti i bambini (si ok c'è sempre la gara per decidere se un bambino assomiglia al papà o alla mamma, per me un bambino assomiglia a una patata quindi o uno dei due genitori è un tubero oppure bisogna aspettare qualche anno per notare le prime somiglianze).
Un bambino come tanti già.... ma con un piccolo regalo nascosto nei neandri del suo cervello, il riempipannolini Neve non lo poteva sapere e lo avrebbe ignorato ancora per molto tempo ma qualcosa nella sua scatola cranica non era stato montato in maniera corretta e come una bomba a orologeria un timer partì, tic tac, silenzioso e letale, aveva iniziato il suo conto alla rovescia.
Il bambino cresce, diventa ragazzo affrontando i tipici problemi dell'adolescenza (e anche qualcuno in più, un sentito grazie al fato!) e arriva al suo diciottesimo compleanno.
Se questa fosse una fiaba ora arriverebbe il colpo di scena con la strega cattiva, il perfido mago o chi per lui, ma questa non è una fiaba questa è la mia vita, una vita come tante e a 18 anni l'unica cosa di rilevante che successe è che presi la patente (con qualche mese di ritardo, non ho mai avuto fretta di automunirmi, la mia vita era comodamente a portata di gambe ai tempi).
Ed ecco che giunge il 18/03/2003 nonostante una partenza con il freno a mano tirato (l'emozione) l'esame di scuola guida va bene (anche perchè ho fatto l'unico parcheggio a L in salita della mia vita, dato che solo un'esaminatrice donna poteva partorire l'idea di fare un parcheggioa L su una salita) e ottengo la mai preziosissima patente che conservo tutt'ora con quella foto di me ciccionissimo che non viene mai riconosciuta le rare volte che vengo fermato.
tic tac tic tac l'orologio del timer corre, e nel frattempo corre anche la mia vita, eccomi diplomato, e quindi all'università, una facoltà inutile che però ha avuto il pregio di farmi conoscere belle persone che in un modo o nell'altro hanno significato e significano tuttora molto. Mi laureo (con un po di fatica, ma quando una laurea che dovrebbe formarti all'informatica contiene una disgustosa percentuale di elettronica superiore al 1% uno che odia la seconda materia si demoralizza un po.... inoltre alle solite, anche se sembra una scusa banale, alcuni fattori esterni hanno reso la mia concentrazione e resa allo studio leggermente carente).
09/2008 trovo lavoro in un'azienda su cui non mi dilungo (ci lavoro tutt'ora e qualsiasi cosa direi potrebbe essere usata contro di me, soprattutto dato che ho poco di positivo da riferire) e la bomba celebrale inizia a surriscaldarsi, benedetta fu la quantità di lavoro che probabilmente ha fatto innescare qualcosa di meno rischioso della deflagrazione a cui era destinato il timer.
11/05/2009 il giorno in cui conobbi la paura, quella vera, quella che ti fa pensare alla morte e oltre alla paura di quel giorno la seconda cosa che mi torna in mente è la parola (che poi è molto più di una parola) "Pastore", finii prima di lavorare quel giorno, uno dei miei soliti mal di testa, fatto di capogiri e una forte fotosensibilità, come al solito mi scusai della cosa con il mio capo e me ne andai a casa maledicendo quello che credevo, appunto, essere uno dei soliti mal di testa.
Arrivato a casa trovai mia madre, intenta a parlare con un ospite (la Emma cugina di non so quale grado con mio padre, è strano ricordo ogni dettaglio di quel maledetto pomeriggio), ricordo che anche mia madre definì quel mal di testa il mio "solito" mal di testa e mi portò a letto, chiedendomi se per caso avessi mangiato qualcosa di strano o di particolarmente difficile da digerire (di solito mal di testa e vomito andavano a braccetto) e io dissi di no, che avevo mangiato l'insalata di riso che mi aveva fatto (ed era così).
Mi sveglio più tardi nuovamente mia madre portandomi una borsa dell'acqua calda perchè vedeva che tremavo e dicendomi che sarebbe passata più tardi con una medicina.
Passò il tempo e al posto di mia madre ecco mia sorella, il mal di testa era feroce e lei mi porgeva la medicina solita che prendevo in caso di mal di testa (strano a dirsi, una medicina che ho preso per anni e di cui ora non ricordo il nome) la ringraziai e di nuovo lei mi disse mentre io mi fasciavo la testa con il cuscino che sarebbe passata più tardi per portarmi una camomilla, ma la bomba stava fondendo e da li a poco sarebbe esploso il panico.
Riaprii gli occhi mia sorella aveva la camomilla le feci un cenno tra i dolori di lasciarla sul comodino, un cenno, non parlai ... poi lei mi disse qualcosa e io provai a risponderle, quel che venne fuori fu una sequela confusa di parole e su tutte mi ricordo solo "pastore", diavolo me ne resi subito conto anche io che quello che dissi non aveva senso e tentai di ripetermi, il viso di mia sorella sempre più confuso per le mie frasi senza senso mi fece piombare nella disperazione, chiesi aiuto, cercai almeno, ma di nuovo uno sbiascichio di parole e su tutte "pastore", mia sorella usci dalla camera e andò a chiamare mia madre, per me fu il panico, non riuscivo a farmi capire, io cresciuto convinto che l'informazione fosse tutto non riuscivo a comunicare, mi sentii mancare e probabilmente svenni, mi risvegliarono le telefonate di mia madre ad amici dottori e quindi il vociare ancora confuso degli infermieri della croce rossa, continuavano a farmi domande, ma anche la più semplice non aveva risposta, "pastore" quella era l'unica parola che tornava prepotente e senza significato alcuno il resto era una sequela di (e cito dal referto medico) "disturbo dell'eloquio" i ricordi a questo punto si fanno confusi, tra panico e paura non riesco a riunirli tutti, ricordo che mi fecero un TAC e mi chiesero di spostarmi dal lettino al loculo per la TAC, ricordo il dottore che mi svegliava e mi faceva domande a cui continuavo a non riuscire a dare risposta,  ricordo di aver sognato per la prima volta la stanza bianca (e di questo non so se mai ve ne parlerò, l'ho confidato a pochi e ne conosco anche il significato inconscio quindi non ho bisogno di pareri vari). Ricordo che mi ripresi verso le 3 del mattino quando il dottore finalmente ebbe una risposta alla sua serie di domande ridicole:
"come ti chiami?", "Davide",
"sai dove ti trovi?", "all'ospedale temo"
"quando sei nato?","il 17/09 assieme a mia sorella"
"che giorno è oggi?","Lunedì"
"si ma il numero?","Passo la giornata a emettere polizze variando date per vedere cosa succede in un'annualità, ho un mal di testa che mi sta distruggendo non le basta lunedì come risposta?" (Neve viene sempre fuori)
e ricordo il viso di mia madre, disperato quando il medico le comunicò che avevano trovato quella fottuta bomba nel cervello e che era nota scentificamente come cavernoma paraventricolare destro, una sequela di parole che per me non avevano senso ma che da quel giorno si sarebbero piazzate nella mia memoria.
Da quella sera i discorsi sulla mia salute si incrementarono, tanti bla bla, tanti quest'ospedale è meglio di questo e poi io che presi la decisione, l'operazione di doveva fare e l'ospedale prescelto sarebbe stato quello di Novara e non mi interessava se a Pisa operavano meglio, se a Bologna la mensa era migliore, se a Bari si moriva vista mare, poche cancie se dovevo tirare le cuoia lo volevo fare vicino a casa (e vi assicuro che il ragionamento fu veramente quello)
21/07/2009 entrai all'ospedale Maggiore di Novara, esami preparatori, firma del consenso informato (ricordo ancora il discorso del anestesista e chirurgo, "dunque lei verà sedato con la sostanza xyz e quindi le verrà pratic..." io:"scusi a questo punto sto dormendo?" anestesista:"si certo l'anestesia sarà totale" io:"ok ne so quanto ne devo sapere, datemi i fogli li leggerò e li firmerò" diedi una scorsa veloce a tutti in misteriosi termini tecnici scritti sul consenso informato, guardai il chirurgo e dissi "io firmo, ma mi garantisca una cosa, o esco da quella sala in grado di muovermi sentire e tutte le cose che do per scontato adesso, o non mi ci faccia proprio uscire!" il chirurgo mi guardo e tentò una risposta, lo zittii e firmai)
05/08/2009 era mattino e ho pochi ricordi, ricordo che ero assonnatissimo perchè il ragazzo in camera con me era preoccupatissimo per un'operazione che doveva fare (un qualcosa al polso, non ricordo ci parlai tutta la notte ma francamente ero più preoccupato per la mia operazione al cervello a rischio paralisi che per la sua operazione al polso a rischio "addio solitari"), mi ricordo l'infermiere che vedendomi teso mi strinse la spalla, ancora oggi non so se lo fece per darmi coraggio o fu un caso ma quel gesto mi calmò profondamente (e che ci crediate o no ho le lacrime agli occhi mentre mi maledico per non sapere ancora oggi chi era quel ragazzo) mi ricordo di essermi sdraiato su quel lettino freddo mi ricordo la frase dell'anestesista che mi disse di contare fino a 10 e mi ricordo la mia risposta: "senta non prendiamoci in gi....." poi buio, mi ricordo il risveglio in terapia intensiva con delle voci indistinte e il fatto di essere ritornato a dormire quasi subito, mi ricordo il secondo risveglio con la voce rotta dall'emozione di mia madre che mi chiedeva se andava tutto bene, mi ricordo che ubriaco di tranquillanti trattai male tutte le infermiere della terapia intensiva, e ancora ricordo la risata di mia madre alla domanda "mamma... ma ho gli occhi aperti?" per la fottuta paura di essere rimasto cieco ricordo quanto stetti bene quando mi rispose: "no sciocco non hai ancora il controllo dei muscoli e i tuoi occhi sono chiusi".
Ricordo la felicità quando la luce mi diede fastidio quando riaprii i miei occhi, ricordo il viso di mia sorella quando tornai in camera, ricordo i miei amici che mi venivano a trovare sacrificando le loro vacanze, ricordo la follia di andare in giro per Novara con tutte le farfalle per i vari tubi ancora ai bracci, ricordo il viso della pannettiera che mi guardava stranito proprio perchè accortasi delle farfalle, ricordo la capo sala che mi insultava per essere sparito senza dire nulla, ricordo la felicità di riuscire a camminare ed uscire da quel fottuto ospedale con buona pace degli infermieri che non sapevano che il motivo per cui uscivo era perchè quel ospedale portava con se brutti e dolorosi ricordi.
Ricordo che con stupore dei medici l'11/08 venivo dimesso in piena forma apochi giorni di distanza da un'operazione al cervello, ricordo le cazzate che feci, il dimenticarmi i farmaci, il bere alchool contro parere del medico che mi seguiva, ricordo quanto in fretta tornai sulla retta via quando finii nuovamente al ospedale a seguito di uno svenimento, ricordo quanto ero felice della mia normalità riconquistata anche se con quei fottuti farmaci da prendere, e ricordo tante altre cose su tutte quella di essere accettato pienamente dai miei amici e dai miei famigliari ,e spero perchè ero e sono una bella persona, non per abitudine, come mi è stato detto recentemente, ferendomi in un modo mai conosciuto, nonostante la mia omosessualità (si la butto li ma non è il perno del post ora come ora).
Ricordo tutte le difficoltà che mi portò il post operatorio, le rinuncie che dovetti fare per rimanere in salute le cose nella lista del "da farsi" che furono spostate nella lista del "sogna", ricordo tutto chiaramente eppure non ci ho mai pensato così tanto come ora.
Perchè in fondo la mia vita è tornata normale, a seguito dell'operazione è anzi migliorata, ho conosciuto l'amore, mi sono dato a molti interessi, ho riscoperto un nuovo Neve, un Neve normale fino a ieri almeno
16/03/2013 una sequenza di imprevisti (piacevoli e non) hanno rimadato la visita per il rinnovo della patente ed eccomi a un autoscuola che come tutti supero l'esame della vista (obbligo di occhiali sto giro, la mia vista si sta lentamente disfacendo) mi sento normale, come mi sento di solito fino a una domanda, tanto banale quanto inaspettata: "lei ha mai subito interventi chirurgici?" io senza pensarci: "si nel 2009 mi hanno operato al cervello" la dottoressa con un'umanità pari a quella di una montagna di sterco fumante appena prodotto alza lo sguardo mi guarda seccata e mi straccia davanti agli occhi la mia richiesta di rinnovo patente: "anche lei, in questi casi ci va il rinnovo tramite commissione medica, sempre che glielo diano" una cattiveria e una furia insensata mi fanno piombare dalla mia vita normale a quella di diversamente abile, quello che ha bisogno di un controllo in pià per avere il pollice in su (errore storico comunque ma non sto qui a sindacare, in realtà molti sostengono che i gladiatori erano salvi quando il pollice era verso, dato che simboleggiava la spada estratta, pollice su, o nella sua elsa, pollice giù).
Ed eccomi qui, alle 20.00 di una domenica sera, dopo aver cercato aiuto in tutti quelli che avevo voglia di sentire a sfogarmi a un pc, tante domande affollano la mia testa, che purtroppo si prepara sempre al caso peggiore, cosa succederà se non mi rinnovano la patente, a me che ho sempre odiato i mezzi pubblici?
Nessuno può dare una risposta certa a una domanda futura venutami nel presente per eventi passati, ma la cosa mi sta lacerando, anzi mi stava, perchè pur con preoccupazione queste mie parole, che forse verranno perse per sempre nel web mi hanno fatto scaricare un po dalle mie paure, spero di non incappare di nuovo nella fottuta stanza bianca dei miei sogni (si lo so è da bastardi continuare a citare una cosa senza dire cos'è ma per una volta permettetemelo).
Vi prego solo di non commentare con frasi banali, perchè che mi sto fasciando la testa prima di essermela rotta lo so bene anche io, e che tutto andrà bene non lo può sapere nessuno.... stasera avevo voglia di urlare, prendete il mio urlo e se volete rispondermi parlatemi piuttosto della gradazione della vodka (di cui avrei una fottuta voglia al momento) ma vi prego nuovamente, niente banalità, non servono a nessuno, non sono servite e non serviranno mai.
Un abbraccio;

Neve

...ah e alla simaptica dottoressa di ieri non mi resta che augurare prima il male alla persona a cui vuole più bene, e poi il male assoluto a lei, perchè si sono buono ma sono anche la persona più malvagia di questa terra quando c'è da maledire qualcuno

1 commento:

laridream ha detto...

Non commentarti con frasi banali, è assai difficile, quel che viene più spontaneo dire è "vedrai che va tutto a posto", ma in effetti sarei poco sincera al posto tuo mi sentirei uguale, posso dirti semmai che quella è una gran stronza che non ha preso in considerazione che stavi sano in piedi davanti a lei e nemmeno straparlavi.
Si,in effetti è una po' stronza.
Posso dirti un sacco di altre cose,tutte pressché banali,ma ti dico: ho accolto il tuo sfogo, lo condivido,spero che te la rinnovino al più presto,sono presente al tuo sfogo.
In questi casi generalmente,face to face, resto in silenzio e sorrido con tenerezza, e mi viene naturale un carezza sulla testa e accenno solo a un "dai,vedrai".
Un abbraccio.
Carola