lunedì, dicembre 16, 2013

A christmas carol

Sta arrivando il Natale,
come ogni anno la sua atmosfera influenza tutti chi positivamente chi engativamente. E come ogni anno tutti sono sempre stupiti di sapere che a me il natale mette allegria!
Ebbene si sotto un aspetto da Scrooge e un comportamento da estremista sentimentale io sono un amante del Natale! Non fraintendetemi mai addobberò la casa a festa ne mi trovere nelle fiumane umane alla ricerca del ragalo perfetto al costo minimo per l'amico di turno.

Amo la gioia, amo l'atmosfera, quella finta e quella vera! Inizio ad amare anche la gente, che sia interessata o strafottente!Amo il natale e chi lo detesta, questi qui son giorni di festa! Sono giorni in cui son frizzante, non trovo la ragione fra tante. Amo le tante infanitli filastrocche, anche se suonano assai sciocche. Non sono sempre stato così, vi era un tempo che ero musone tutto il dì. Era un periodo fra tanti, senza particolari rilevanti. Poi qualcosa è cambiato e il Natale si è trasformato. Ho conosciuto belle persone, che mi daranno del coglione se lo ammetto rimeggiando che il Natale vasdo bramando perchè è un periodo dell'anno in cui  so dove stanno! Le rivedo tutte quante, non c'è scusa imbarazzante! Ci si scambiano gli auguri, ma non solo state sicuri; una birra in compagnia, la serata in allegria, ci si aggiorna sulla altrui vita, certo separata mai disunita; tra un boccale e una risata si risolve la serata! Niente regali imbarazzanti solo sentimenti importanti. E' Natale ed è vero, quella storia del "pensiero"... basta quello state sicuri, non ci sono migliori auguri. di quel tempo dedicato a riabbraciar un amico ritrovato.

E adesso avanti detrattori del Natale inziate la vostra retorica:

Il Natale è un obbligo dello stato in cui siamo che è legato alla chiesa! Se c'è una cosa buona della religione è che crea le feste, Per come utilizzate il tempo libero voi non esiste Dio (o dio) che possiate incolpare!

A Natale sono tutti finti buoni, dal 26 dicembre sono tutti a mandarsi al diavolo? Naaaaa io personalmente riesco a mandare al diavolo un barbone che mi chiede la carità in maniera insistente il 25 dicembre davanti alla chiesa! Se una cosa la ritenete sbagliata, basta dirla ma condannare un periodo per quella particolare cosa mi sembra assurdo!

Che palle a Natale sono tutti in giro e c'è un casino della madonna, ma sta gente non ha di meglio da fare? ....E voi che cacchio ci fate immezzo al casino Natalizio? Suppongo che un qualche obbligo morale vi costringa a stare nelle vie dello shopping e nei centri commerciali da metà Novembre in poi.

Dai senti sono tutti a lamentarsi che non hanno soldi e poi eccoli a comprare cazzate a tutto spiano, sono ridicoli! "non ragioniam di lor ma guarda e passa". La cosa più divertente è farglielo notare verso la metà gennaio quando ricominceranno a lamentarsi, perchè farsi venire la bile esplosiva quando si può andare a prendere una cioccolata in un bar tranquilli e godere il via vai Natalizio di tutte quelle formichine fuori dalla vetrina?

Che palle a Natale devo rivedere tutta la famiglia che si fa viva solo a Natale e per i funerali! Di nuovo no, E' una cosa che vi siete messa nei vostri miseri cervellini senza volontà. Personalmente io di una quaranitna di parenti a Natale ne vedo 5 o 6 che sono quelli che si fanno sentire tutto l'anno, degli altri ..... beh ne snetirò parlare se leggo il loro necrologio! Schifosamente cinico o onestamente sincero?  a voi la scelta.

E' Natale, se non avete ancora imparato a farlo sfruttate uno dei pochi periodi dell'anno in cui tutti sono a casa per andare a trovare le persone di cui veramente vi frega qualcosa, per tutte le altre ci sono gli incontri fortuiti per strada, che sono molto più apprezzati di una sorta di "visita al condannato".

Deck the halls with boughs of holly
Fa-la-la-la-la, la-la-la-la
'Tis the season to be jolly
Fa-la-la-la-la, la-la-la-la
Don we now our gay apparel
Fa-la-la, la-la-la, la-la-la.
Troll the ancient Yule-tide carol
Fa-la-la-la-la, la-la-la-la.


sabato, novembre 16, 2013

MR Sandman

Gli occhi mi si aprono il corpo scatta in avanti e mi ritrovo catapultato in un abbagliante quanto inaspettata oscurità! Cervello  e muscoli si ritrovano in iper attività per il conseguente rilascio di adrenalina successivo all'esplosione.... l'esplosione già! com'è che ne sono uscito illeso e perchè quel senso di bruciore che mi aveva raggiunto l'anima un secondo prima era ormai scomparso?
Gli occhi ormai abituati all'oscurità iniziano a distinguere le prime sagome, se dapprima l'unica cosa che vedevo era un led verde ora riesco a capire che quel led verde è quello di un computer appoggiato su un tavolino davanti al letto, al mio fianco beato dorme l'amico che mi sta ospitando e poco più in la il suo gatto mi sta squadrando come a cercare di capire perchè diavolo un irritante essere umano aveva interrotto il suo ciclo notturno di sonno.
Guardo l'amico, invidio per un momento il fatto che lui giaceva ancora nell'abbraccio di Morfeo quindi raggiungo l'orologio e leggo l'ora, 5.30.... accidenti mi conosco troppo bene! Anche riuscendo a riprendere sonno mi ci andrebbe un'oretta per poi svegliarmi, puntuale come tutti i giorni, alle 7.00 ... mezz'ora di sonno non garantita... non ci stò!
Mi libero delle coperte il cui calore inizia a darmi fastidio e ricordarmi quello percepito poco prima nell'incubo appena fatto, molto delicatamente, senza svegliare il mio amico, mi alzo dal letto quindi afferro il portatile con cui la sera prima avevamo visto un film e faccio un grattino al gatto per scusarmi del disturbo, lui mi guarda uscire dalla camera da letto e riappoggia la sua testa tranquilla sulle sue zampe riottenendo l'agognata pace necessaria a riprendere il sonno interrotto.
Eccomi in salotto, una stanza che conosco da anni ma che ora immersa nel buio mi sembra di non conoscere affatto, chiudo con perizia e senza rumore la porta della camera da letto e con il portatile sottobraccio spremo gli occhi nel tetantivo di potenziare la poca luce che filtra dalle finestre. Ed ecco che come poco prima in camera da letto le sagome indistinte inizano a riprendere la loro forma, il tavolo, il cucinotto più avanti, le sedie, l'interruttore... eccolo, quello cercavo, senza esitazione schiaccio sicuro l'interruttore.... si accende la luce nell'altra stanza, il bagno, lasciandomi ancora al buio in sala! Che cavolo! punto all'interruttore di fianco e finalmente sono alla luce.
Appoggio il portatile sul tavolino, tiro leggermente su la serranda e guardo le strade della città ancora addormentata, le città al mattino presto sono affascinanti, tutte uguali nella loro diversità da Parigi a Londra, da Roma a New York quello che ho visto alle 5.00 non cambia mai, gli "abitatori" della notte hanno abbandonato anche gli ultimi locali e i "diurni" sono ancora nei loro letti a godersi le loro meritate ore di sonno. Il paesaggio è vuoto, sembra di essere finiti in "io sono leggenda" strade deserte e senza vita, una pace indescrivibile per chi non l'ha mai vissuta e, dato che il weekend è appena iniziato, non ci sono neanche gli spazzini che solitamente sono gli unici a rompere il rumore del silenzio mattutino.
Sorrido. Come in tutte le case degli amici so dov'è l'unica cosa che agogno appena sveglio, individuo il caffè nella sua mensola e mi preparo la moka, amo essere risvegliato dall'aroma di caffè, attendo impaziente i cinque minuti che mi separano dalla bevanda energetica e attivo il cervello.
Mi aspetta un weekend impegnativo, il tour che mi impongo per vedere gli amici di sempre è iniziato ieri sera, la prima tappa a Torino è stata divertente come al solito e ora mi aspetta la cara vecchia Biella, sono sempre contento di tornare nella mia città natale, lasciata per motivi di lavoro e che porto sempre con me.
Immerso nel pensiero dei prossimi due giorni sono riportato alla realtà dal gorgoglio della caffettiera, è ora di colazione e non di pensare.
In una società dove tutti inseguono dio, budda il karma o qualsiasi santone in grado di svelarci le sue pillole di felicità io inizio l'unico rito in cui credo:
verso il caffè inalando il suo forte aroma, appoggio tranquillo la moka e quindi afferrata la tazzina vado a sedermi al tavolo, mi chino sulla tazzina e, come a voler fare un aereosol, mi inebrio nuovamente con l'odore intenso di caffè. Con in testa pensieri positivi prendo il primo caldo sorso, sento tutto il corpo svegliarsi pronto ad affrontare una nuova giornata e lentamente molto lentamente finisco il mio caffè immerso nel silenzio e nella quiete. Finito il caffè mi prendo ancora 5 minuti di relax, ho sempre pensato che chi incomincia la giornata con una colazione di corsa non ha capito nulla di come si vive e anche quando sono un po in ritardo (in forte ritardo sono troppo preciso per esserlo mai stato) niente al mondo mi toglie la quiete della colazione in casa.
Ecco ora sono pronto a iniziare veramente la giornata e, dato che è incredibilmente presto, magari riesco a trovare un po di tempo per scrivere sul blog... magari!

martedì, novembre 12, 2013

La e aperta

Drammi da corsi teatrali:

alla tenera età di 29 anni scopro di non sapere pronunciare la "è" (meno problemi mi da la "é" ma comunque è un dramma).
Salve surfisti del web oggi non ho molta voglia di scrivere ma, per venire incontro a chi si diceva incuriosito dalla mia attività sopra il palco vestito da cameriera (non c'è più la gioventù di una volta!) vi annuncio che da qualche parte sul web è comparso Neve che recita (mio dio, quanti errori che vedo riguardandomi!).
Beccatevi una delle scenette scritte e interpretate dal sottoscritto a:


E se proprio volete, l'interpretazione live del creatore del gruppo de "le nobildrag" a:


Spero vi divertiate a vederli così quanto noi ci siamo divertiti a interpretarli, nell'attesa di un'esibizione alla scala l'attore chiude il post!

"mi chiedi la differenza tra drag queen e travestito? una drag queen in abito da sera diventa Kylie Minogue, un travestito in abito da sera diventa Boris Eltsin col rossetto" (Lola - kinky boots) .... io purtroppo mi sa che assomiglio a uno scaricatore di porto col rossetto ma pazienza ;)

sabato, novembre 09, 2013

trilogie in cinque parti

cercare di vivere la vita seguendo un programma pensato a priori è simile a tentare di comprare gli ingredienti di una ricetta al supermarket. Si prende uno di quei carrelli che spinti in una direzione prendono l'opposta contro ogni logica, e si finisce per comprare cose completamente diverse. Che te ne fai? Che te ne fai della ricetta?(*)

Più leggo questa frase più penso sia vera, eppure ogni giorno mi sveglio e cerco di preparare la mia ricetta di vita, arrogante come non mai cerco addirittura di mettere in conto i possibili imprevisti per poterli contrastare; in fondo se la torta brucia un pochino un po di guarnizione sistema le cose! Il problema è che a volte per quanto si è preparati la torta si carbonizza proprio e bisogna in poco tempo inventarsi qualcosa fuori programma perchè gli ospiti, come la vita, non aspettano!

Stamattina, complice una nottata di dormita scomoda, mentre mi lavavo la faccia più martoriata del solito stavo nuovamente per programmare come sarebbe andata la mia giornata e, già che ne avevo l'occasione, squadravo male il tizio dall'altra parte dello specchio che dopo giorni in cui si riprometteva di farsi la barba si ritrovava un barbone incolto sul viso.
Solo che cercare di organizzare la vita rimanda inevitabilmente a tirare le somme sulla propria vita attuale. Come un esploratore diretto in un qualche posto misterioso con una cartina davanti agli occhi, per capire come arrivare all'agognata X sulla mappa, deve prima capire da dove sta partendo ecco che io ero li in bagno a chiedermi "ok sono qui, ma dov'è qui?" con il riflesso che mi fissava con gli occhi arrossati dal sapone e quello sguardo vitreo che mi interrogava sul perchè lui a quell'ora era sveglio eccomi impreparato a fronteggiare una delle domande fondamentali dell'uomo.
"dov'è qui?" mi chiese il riflesso, come divertito da quel mio impasse .... già ma qui è un concetto relativo, in base a cosa si valuta la vita? Insomma i punti cardinali di una vita cosa sono? L'altitudine e la longitudine di un essere vivente come si misurano? Esistono una squadra e un goniometro per tracciare una rotta sull'esistenza?
"quante paranoie! Cos'è fondamentale nella tua vita?" .... beh ma questo è semplice la felicità!
"la felicità... è semplice? Sei sicuro? E cosa ti rende felice" .... vivere una vita piena e appagante, e per rispondere all'ovvia domanda una vita piena e appagante la si vive, secondo la mia modestissima opinione, sperimentando tante tantissime cose:

- Avendo qualcuno che ti ama, di quell'amore da fiaba, per intenderci
- Avendo molti, o anche pochi che ti vogliono bene.
- Volendo bene a molti a a pochi
- Amando qualcuno
- Avendo qualcuno che ti odia o ti mal sopporta
- Odiando almeno una persona
- Facendo qualcosa che ti piace, meglio anche a lavoro ma se il destino è avverso almeno coltivando un Hobby
- Avendo un posto in cui ci si sente in pace con il mondo
- Riuscendo a fare un viaggio che sognavi da tanto
- Riuscendo a superare un tuo limite, anche piccolo, fosse chessò .... leccare un francobollo per inviare una lettera
- Stupendosi davanti a qualcosa che per molti è banale
- Rispettando le idee di tutti senza imporre le proprie ma difendendole quando sono attaccate
- Vivendo un'esperienza che alla fine ti fa dire "mai più nella vita, sono stato un coglione"
- Perdendosi in un posto sconosciuto
- Essendo disponibili alle novità, provandole anche quando si è un po diffidenti (e questomolte volte termina con "mai più nella vita, sono stato un coglione")
- Toccando il fondo e rialzandosi da soli o con l'aiuto di qualcuno che ti vuole bene
- Toccando il fondo e avendo paura di non riuscire a venirne più fuori
- Camminando a testa alta per strada, riuscendo a sostenere eventuali sguardi che si incrociano
- Strappando un sorriso a una persona cara in un momento di tristezza
- Essendo egoista, pensando prima a se ma senza mai dimenticare che ogni azione ha conseguenze sugli altri
- Trovando il tempo per qualcuno anche quando non ce l'ho si ha
- Avendo corso almeno una volta sotto la piog....

"Hey!!! basta basta, quante cose!" ... ma l'ho detto che erano tantissime!
"Ma la domanda ora è solo una: sei felice?" Caro riflesso lo sai meglio di me, quando ci si fa domande di questo genere la risposta è raramente positiva. Perchè farsele allora? Beh perchè ti portano a elencare le cose che definiscono al felicità, alcune le si agognano altre elencandole si capisce di averle, e questo di solito strappa un sorriso, e in questo periodo mi aiuta tantissimo! Il riflesso scomparve nascosto dal vapore dell'acqua calda che per tutto il monologo/dialogo non avevo chiuso, forse nessuno dei due era stato soddisfatto pienamente ma nonostante tutto era ora di iniziare la giornata, magari scrivendo un po che mi scarica sempre i nervi in qualche modo.

Davide

(*) da praticamente innocuo - Douglas Adams

lunedì, ottobre 07, 2013

Nelle scarpe di priscilla

-Forze del caos, ho il piede che pulsa a ritmo cardiaco! Fatemi togliere queste torture rosse dai piedi!-
slego velocemente i lacci mentre gli amici ridono e scherzano ancora, le prove sono finite, le tempistiche ci sono le battute funzionano i numeri sono simpatici però io devo assolutamente liberare i piedi da quella morsa che me li stringe da ormai qualche ora.
Chissà perchè qualche mese fa non mi sarei mai aspettato di passare una domenica pomeriggio così stravagante e spassosa!
Era fine luglio quando alcuni amici che fanno spettacoli di drag queen mi hanno chiesto di dare un contributo creativo ai loro numeri, buttare giù qualche dialogo comico che non si basasse unicamente sui doppi sensi che invece infestano normalmente un qualsiasi spettacolo drag.
Stuzzicare le mie doti di scrittore sicuramente si è rivelata la mossa giusta inoltre l'idea che c'era dietro agli spettacoli si prestava benissimo alla commedia, il gruppo di drag queen aveva ideato una storia di base,una sorta di canovaccio, la tematica era quella di un ducato sgangherato in cui tre nobili si dilettano a proporre gran balli ai cortigiani (le serate che via via hanno organizzato e,inizio a sperare, organizzeranno anche con il mio contributo).
I personaggi principali sono la duchessa l'imperturbabile sovrana del ducato che deve tenere a bada la saccente marchesa e la svampita baronessa tra battibecchi danze e canti (nel prossimo spettacolo c'è un numero cantato che riesce addirittura a scuotere il qui "scrivente" pezzo di marmo).
Quello che mi era stato richiesto era di ideare numeri per personaggi secondari che dovevano intrattenere il pubblico durante i frequenti cambi abito e io mi ci sono buttato a capofitto.
Dal nulla e dopo qualche discussione con i colleghi che avrebbero diviso la scena presero forma le due sgangherate servitrici del regno, quelle che rassettano sistemano e mettono a posto, coloro che in fondo sanno i più grandi segreti del ducato e fingono di non sapere.
Le scenette che ho buttato giù funzionano talmente bene da guadagnarsi nel prossimo spettacolo l'apertura (subito dopo una breve sigla) e la presentazione dei "personaggi principali".
Ciò che però non mi sarei mai immaginato a Luglio è che il padre dei personaggi sarebbe diventato anche il personaggio stesso! E così con la grazia di Kruska di Zelig e la femminilità di un masso ieri ho indossato la mia uniforme da cameriera per il giro di prove finali!
Premetto, nel mondo gay non ho mai avuto grossi problemi con chi è femminile (non sopporto chi parla di se stesso al femminile, quello si, ma è una cosa più di illogicità sintattica che di odio) e avevo già avuto a che fare in passato con delle drag queen (avrò una sorta di calamita) tanto da finire un freddo mattino di Torino a soccorrere due conoscenti che, ancora in abito da spettacolo, si erano trovati in panne con l'auto (storia divertente ma fa parte dei tanti "sabati secretati" che chi mi conosce sa che di tanto in tanto costituiscono la mia vita); nonostante questa mia apertura mentale mi ero sempre detto che vestirsi da donna sarebbe stato per me (timido a livello patologico quando non si tratta di un confronto faccia a faccia) una cosa impossibile.
Nuovamente smentito: una volta indossato il vestito da cameriera (si lo so vorreste una foto ma, per ora, vi attaccate maledetti voyeuristi da blog) ho sentito come se Neve si spegnesse e si appropriasse del corpo il personaggio che fino ad allora era stato intrappolato nel "inchiostro" di un foglio virtuale e così in una piovosa domenica di ottobre è finalmente nata la servetta 2 (le nostre drag sono senza nome, stiamo ancora studiando la giustificazione più plausibile) ma per completarla non bastava la parrucca e il costume mancava ancora un tocco o meglio un tAcco.
Comprati già da una settimana (vi assicuro è stato divertentissimo sfilare al interno del negozio con i tacchi ai piedi tra la gente che comprava normalmente scarpe) e dimenticati nel armadio erano finalmente al loro posto a completare quel personaggio fino ad allora immaginato che da li a poco si sarebbe finalmente divertito a recitare con gli amici!
Via alle danze dunque, la sigla iniziale, la presentazione delle due servette allo spettacolo i vari numeri di drag, le scenette id battibecco, e le risate, quante risate!
Alla fine ci hanno raggiunto anche delle amiche con cui avevamo impegni alla sera e anche se alle 13.00 (quando al servetta 2 si è presentata al mondo) ero convinto che sarei scappato a cambiarmi ben prima del loro arrivo invece, come se quella servetta non volesse proprio ritornare nella mia immaginazione, quando sono arrivate ho tenuto la divisa (liberandomi giusto dei tacchi che mi stavano distruggendo i piedi) strappando a entrambe un sorriso (ah ho anche notato con piacere che le mie gambe piaciono, si stupiscono sempre tutte che siano così muscolose ma tra montagna e sollevamento "obeso" le ho allenate parecchio negli anni).
Non so ancora se quello che sto facendo sarà il preludio a un numero elevato di spettacoli o a un flop colossale però sono contento di calcare il palcoscenico, portando tra l'altro una mia creatura sul palco, potrei addirittura affermare di essere orgoglioso per una volta! Continuo a divertirmi per ora che non fa mai male perchè in fondo: SHOW MUST GO ON

Neve

p.s.: per info sullo spettacolo e sul ducato vi rimando al blog lamarchesa13.blogspot.it se leggete i post in ordine cronologico capirete anche un po della storia del ducato, l'amico che lo tiene e l'altro che si occupa delle scenette. La parte ballata e cantata per la fortuna di chi ci verrà a vedere NON la curo di certo io!


mercoledì, ottobre 02, 2013

Saturno

Si aprono le porte alle mie spalle e l'unica cosa che mi passa per la mente è: fai un passo indietro.
I miei piedi atterrano sicuri sulla banchina e ripercorro il viaggio iniziato 10 minuti prima.
Sono le 8 e dato che negli ultimi tempi tardo un po a prendere la metropolitana so già che ci sarà ad aspettarmi il solito vagone di dannati, stipati in un girone dantesco fatto di ogni genere di olezzo (dai teenajer feromonali passando per gli eccedenti di dopobarba fino alle "shiure" che si fanno la doccia nel profumo) e dove i diavoli persecutori e le vittime si fondono in un'intima reciprocità speculare dovuta alla stupidità del genere umano.
Salgo sul vagone, già stipato ma con ancora abbastanza spazio per poter stare in piedi, addirittura leggendo un libro (che fortuna! Amo isolarmi dalla metropolitana tuffandomi nella letteratura, di bassa o di alta lega che sia).
Il treno parte e alla prima fermata salgono nuovi passeggeri incuranti, o meglio strafottenti della normale occupazione di spazio che hanno i propri corpi, lo spazio si stringe.
Seconda stazione la situazione si ripete uguale a se stessa sempre meno spazio e, a crescere c'è il malumore di tutti (io ormai ho dimenticato il libro, segregato nella valigetta e scruto le facce dei vari zombie da smartphone chini su questo magico strumento che ha lo straordinario potere di tenerli in contatto con il mondo, perchè essere social vuol dire occuparsi del lontano ignorando o pestando i piedi a quelli che ti stanno vicino! Ah la civiltà!).
Nuova stazione, nuova diminuzione di spazio, mi ritrovo dal lato opposto di dove sono entrato, tra l'latro il lato da cui avrei dovuto scendere e che ora mi pareva irraggiungibile!
Ormai stretto in una morsa di carne umana inizio a estraniarmi dalla realtà e a immaginarmi entità non fisica, ma l'idea di essere attraversato da quei portatori sani di stupidità che condividono il mio vagone mi fa stranamente schifare e riprendere contatto con la situazione.
Lo spazio ormai è infinitesimale, gli unici movimenti possibili alla gente sono quelli di muovere gli occhi, fissare l'orologio e sbuffare come se questo li avesse fatti uscire prima.
Hanno tutti fretta una fretta del diavolo, c'è chi deve andare a lavorare, chi non può tardare a una lezione, chi ha un esame medico da effettuare, chi non sa ancora che farà nella giornata ma ha comunque una fretta fottuta di iniziarla, iniziarla li: su un vagone stipato della metropolitana.
Il tempo cari lettori, è quello che ci frega sempre, quello che pensiamo o di non avere mai o di avere in abbondanza, ci mina nella sua pochezza gli eccessivi programmi che facciamo, ci tedia nella sua lunghezza le giornate vuote che abbiamo, in una città dove tutti poi sono di fretta diventa un'irraggiungibile entità capace di sfuggire a molti.
Ed ecco che mentre rifletto sul tempo e mi ritrovo un gomito non mio in una parte di corpo mia (e anche piuttosto delicata) il treno dei dannati fa una nuova fermata, sento che le porte si aprono alle mie spalle.
FAI UN PASSO INDIETRO
eccomi sulla banchina, un'altro passo e il mio campo visivo si allarga, mi sembra di essere davanti a un dipinto di una chiesa pieno di anime in pena in una Bolgia e invece no sono sotto metri di terra, magari vicino all'inferno ma di sicuro in piena civiltà.
Sorrido, sento il bip delle porte in chiusura ed esclamo: "signori divertitevi!" un dannato mi sente, mi squadra stupito, le porte si chiudono il SUO inferno su rotaia parte.
Mi guardo in giro, una banchina deserta, sorrido nuovamente, mi appoggio al muro di fondo estraggo il libro e leggo, mi immergo talmente nella lettura che non mi rendo conto del treno in avvicinamento, sono nella realtà di un altro autore quasi a purgare l'inferno appena scampato, mi rendo conto del doppio bip delle porte in chiusura troppo tardi alzo lo sguardo e intravedo un vagone molto meno stipato di quello di prima dove alcuni mi stanno fissando quasi a prendere in giro la mia momentanea estraniazione, scuoto le spalle mi ributto sulla lettura e mi avvicino al treno ormai in partenza.
Arriva il treno successivo, la porta si ferma davanti a me, si apre e mi invita lusinghiera in un vagone semivuoto, faccio un passo avanti senza distogliere lo sguardo dal libro, salito non cerco neanche posto a sedere (ce ne sarebbe quanto ne voglio) mi giro verso le porte in chiusura, alzo lo sguardo e mi rivedo come appoggiato alla parete abbandonata poco prima, mentre i dannati passavano (e magari ormai quelli erano già arrivati in un nuovo piccolo inferno lavorativo/scolastico o ospedaliero) con uno sguardo ebete immerso nella lettura.
Si chiudono le porte, in piedi (a me piace così) mi richino nel mio libro, ho perso del tempo ma ho guadagnato serenità, non credo sia poco.

Ah sto leggendo l'ultimo libro di Dan Brown (forse per questo sono fisso su una visione dantesca, siete fortunati che non ho scritto nulla quando ero immerso nelle mie due altre precedenti letture) criticatelo o amatelo, a me aiuta a sfuggire da una quotidianità mattutina che ormai mi disgusta.... nuovamente... scusate se è poco

lunedì, agosto 26, 2013

Il Virus

un male che nacque senza ragione
diffuso negli anni per ogni nazione
infetta nel tempo è ormai mondiale
non c'è cura a questo virus mortale

cresciamo temendo i morti viventi
ma non ci accorgiamo dei vivi morenti
persone tra le tante, spesso banali
tanto fuori posto da considerarsi normali

il filoso che ha capito tutta la vita
la dipinge minuzioso con la sua matita
ci spiega chi siamo e quello da fare
ma guidando gli altri si scorda d'imparare
s'atteggia ci insegna in cattedra sale
e più in alto va più cadendo si fa male

c'è chi si vende per positivo ottimista
sorride scherza ma solo se è in vista
in privato incupito,nero si vittimizza
addio ottimismo s'immola e si crocifizza
spegne tutti quelli che intorno gli stanno
ignaro che il suo "ottimismo" è causa del danno

in questa masnada poi c'è chi parla d'amore
lo vive, lo pretende sa tutto il predicatore
ci insegna che per averlo bisogna lottare
ci spiega come essere amati ci insegna ad amare
parole discorsi ma a indagare si scopre spesso
che chi predica amore poi cerca solo sesso

appare il padre o la madre e la loro famiglia
un quadretto grazioso un figlio e una figlia
loro han penato e certo ne sanno di valori
non per nulla sono quelli i perfetti genitori
i figli son cresciuti con una tv come tata
la vita è un reality qual'è la prossima puntata?

il virus diffuso troppe poche persone ha salvato
tra loro chi è stanco di lottare si finge malato
si aggrega alle orde insensibile dei vivi morenti
incongure, false ma portatrici di "veri" sentimenti
si salva ancora qualche sempre più raro riflessivo
chi alle parole da valore e non parla senza motivo

cresciamo temendo i morti viventi
ma non ci accorgiamo dei vivi morenti
persone tra le tante, spesso banali
tanto fuori posto da considerarsi normali

un male che nacque senza ragione
diffuso negli anni per ogni nazione
infetta nel tempo è ormai mondiale
non c'è cura a questo virus mortale

martedì, luglio 16, 2013

La traviata: atto 1 e scena 2

Capitano quelle sere in cui, ramingo per strade a me ignote, immerso in pensieri e desideroso, come credo tutti di un pizzico di felicità mi ritrovo a intravedere il tramonto tra i palazzi di questa grande città.
Ieri per caso il tramonto proiettava le lunghe ombre degli anonimi condomini che ingrigiscono Milano su un parco e mi sono ritrovato a pensare a quanto fosse metaforico il tutto.
Non so bene perchè ma ho pensato a me bambino
il piccolo che viveva nel verde delle montagne ed è sempre stato affascinato dalla grande città, questa strana e misteriosa entità che sembrava richiamarlo a se per straparlo da un paesino di provincia dove era cresciuto, una città lusinghiera di vaque promesse e maliziosamente attrattiva con i suoi divertimenti.
Il bambino è cresciuto, ed è ormai un uomo e man mano si è avvicinato ai palazzi per ritrovarsi infine alla loro ombra, alle spalle ha lasciato il verde rilassante che continua a raggiungere ogni qual volta può e davanti a se ha giganteschi e svettanti i palazzi di città che offrono i divertimenti che si era aspettato e gli svaghi che nel suo paesino non avrebbe mai trovato.
Il punto è che l'uomo è arrivato alla città al tramonto, il tramonto di per se è una fase di transizione non è nè giorno nè notte, durante il suo viaggio verso la città e la sua crescita quando era ragazzo ha avuto esperienze, ha conosciuto persone, ha visitato luoghi e tutto ha modificato il suo modo di vedere le cose, le priorità da darsi nella vita e forse i suoi desideri.
L'uomo che è arrivato in città non è più il bambino che la sognava, deve fare i conti con tanti aspetti che un bambino neanche si immagina e deve capire che fare della sua vita, si ritrova a iniziare una nuova vita proprio in una fase di transizione, come quel tramonto che fa terminare le attività del giorno e fa iniziare l'attesa delle attività notturne.... che fare? che fare? Un ultimo giro veloce al centro commerciale? Tornare a casa? Andare verso un bar per un aperitivo? Giocare a fare il giovane? Vivacchiare in attesa di una scintilla?........un bar....aperto....la malinconia....proprio come quella del natale scorso.....un bicchiere di vino! Ecco si, forse la risposta a tutto sta in un bicchiere di vino.
Entro e ordino un vino.... un bianco.... non è natale! mi siedo e guardo il mondo fuori dalla vetrina del bar, il posto è tranquillo c'è ancora qualche bambino al parco che presto rientrerà per lasciare il posto ai ragazzini in cerca di un po di relax e distacco dai genitori, qualche passante e una malinconia sempre più forte.
Il barista si schiarisce la voce, probabilmente per richiamare l'attenzione dopo alcuni vani tentativi, mi giro mi scuso e mi spiega che mi sta servendo un'erbaluce, sorrido, alle solite il mio passato ogni tanto si fa ricordare, questa volta sotto forma di un vino tipico delle mie zone servito in un bar dimenticato di Milano.
Un bicchiere di vino e tanti pensieri.... ma una tradizione è una tradizione e levando al cielo il bicchiere brindo mentalmente, e brindo così:
Ai sognatori che continuano a sognare anche quando tutti gli altri si sarebbero arresi, a quelli che a furia di cozzare con la mediocrità umana si sono trasformati in stronzi ma che celano un cuore d'oro in loro stessi, a quelli che nella loro vita non hanno mai sognato, convinti di essere felici e non capiscono che non hanno nulla.
Al tramonto, rifugio pecatorum dei pensieri profondi, dei sogni infranti e di quelli nascenti, a me, a Milano, prima o poi capirò l'uomo che vi è approdato!
CIN CIN .....

mercoledì, luglio 03, 2013

Il re dei topi

C'è una cosa la società umana in anni di evoluzione è diventata brava a produrre, una cosa che per fortuna si riesce a trovare in ogni popolazione, civilizzata o meno senza fatica, insomma riflettendoci attentamente è un qualcosa che rende il mondo più unito, ti fa sentire a casa anche quando sei lontano e pieno di buoni sentimenti perchè più confidente verso un'ambiente a te sconosciuto.
Sia lode all'umanità per la grandissima invenzione della spazzatura! Lo so perdo un po in poeticità, me ne rendo perfettamente conto, ma andiamo i blog e le bacheche di facebook sono così piene di sentimentalismo spazzatura e frasi buoniste che ho pensato di dedicare un po del mio tempo a parlare di spazzatura vera.
In questo periodo mi capita spesso di rincasare tardi, le giornate lo permettono, 4 passi fanno sempre piacere e rientrando passo alcune volte davanti a un bar di un amico che è intento a fare chiusura.
Entro ci scambio quattro chiacchiere e poi inizio a sentirmi prudere le mani, non amo starmene li a vedere le persone lavorare mentre io cazzeggio e così è facile che mi trovo a indossare velocemente un paio di guanti e mi metto a rifornire il magazzino e fare pulizia.
Due lavori umili e che per questo mi piaciono molto, molto spesso più è umile il lavoro più soddisfazione si trova nel farlo e per togliere nuovamente la poesia, purtroppo è anche vero che lo stipendio non è proporzionale alla soddisfazione in questi casi, soprattuto per me che lo faccio gratuitamente  per il piacere di fare quattro chiacchiere e di aiutare un amico ( va beh poi scrocco qualcosa ma non siate puntigliosi).
Mentre l'imagazzinamento è sempre fonte di qualche spunto di riflessione interessante e qualche risata perchè credetemi è veramente facile far saltare i nervi a un'ossessivo compulsivo sul posizionamento di frutta, verdura, bottiglie d'acqua eccetera  (ed è pure dannatamente divertente) la fase delle pulizie è un momento in cui riesco solo a riflettere sulla pochezza dell'umanità.
Non sporcare in un bar è impossibile, ci sta si rovescia il caffè, si butta il tovagliolo, insomma tutte le cose che possono succedere normalmente in una delle nostre cucine con la probabilità che accadono proporzionale al quantitativo di persone entranti nel abr stesso (e sono sempre di più di quelle che entreranno nella nostra cucina).
Tuttavia mi stupisco sempre di quanto sia bestiale la gente quando non è la sua proprietà quella che viene sporcata.
Partiamo dal basso: fortunatamente i pavimenti con l'arrivo della bella stagione resistono e pur dovendo spazzarli e lavarli non ci sono grossi intoppi e sospiri rivolti all'umanità (resisto a stento a mettere le virgolette); nelle stagioni invernali o nelle giornate piovose invece, pur disponendo di pratici tappetini a entrambi gli ingressi, sembra che la gente stabilisca, in un tacito accordo collettivo, che il pavimento del bar sia meglio color terra e quei 30 secondi per pulirsi le scarpe sono ingloriosi rispetto alla soddisfazione di pattinare sul fango che viene alimentato di cliente in cliente, tanto che alcuni giorni l'amico barista si trovava costretto a dare una pulità nei momenti di calma pregando che non arrivasse il solito cliente frettoloso che aveva tutti gli impegni del mondo ma non poteva rinunciare a un caffè servito in 30 secondi netti (tranquilli puntualmente quel cliente arrivava).
Nonostante il bel tempo però spazzando per terra a fine giornata ti capita di arrivare negli angoli nascosti alla vista (che quindi sfuggono al vario personale durante il giorno) e trovare tesori nascosti come pezzi di frutta, panini e chissà cos'altro (soldi mai... dannazione!) e li parte il primo pensiero: "cavolo ma ...quando a casa uno nota che gli cade qualcosa per terra una delle prime cose che fa è raccoglierlo e buttarlo, perchè in un bar è così difficile applicare questa regola?" domanda a cui difficilmente avrò una risposta.
I tavoli sono solitamente ben puliti, perchè alla fine di ogni servizio un colpo di spugno glielo si da sempre, ma quando gli ultimi clienti si attardano e capita proprio il gruppo di bestie non è difficile trovare una sinfonia di macchie macchioline macchiete di ogni forma dimensione e colore tanto che mi viene da chiedersi se questi a casa si fanno ancora imboccare o usano il biberon.
Il bancone del bar, è sempre pulito, è la linea di confine tra bestie/clienti e persone/personale ovviamente è lindo perchè anche il cliente che non si farebbe troppi problemi a cagare in centro del locale noterebbe subito una macchia sul bancone e non si farebbe troppi scrupoli a definire il locale "il più sporco in tutta la città".
E infine torniamo a terra per vedere i bidoni dela spazzatura, in un locale biologico frequentato per lo più da gente vegana, animalisti, puristi del cibo eccetera eccetera e comunque diverse tipologie di estremisti del rispetto ambientale ti immagineresti di trovare solo la classica spazzatura non riciclabile, piatti di plastica sporchi (il locale fa anche aperitivi) e cose così e invece ci si trova di tutto, ieri sono rimasto affascinato dallo scoprire una bottiglia di plastica (che già di per se non doveva stare li) piena per quasi la sua totalità di acqua, per la serie "mangiamo sano, rispettiamo l'ambiente ma poi inquiniamo e sprechiamo acqua" ...la coerenza che gran cosa, in un altro sacchetto invece ci ho trovato una quantità spropopositata di pizzette (organico che si spreca) assieme a dei quotidiani (ma perchè andare al bar a buttare dei giornali mi chiedo io?) ma se in tutto questo quello che vi state chiedendo è: Perchè mai ti metti a frugare nella spazzatura, beh i motivi sono diversi:
- Mi da uno spunto di scrivere un post interessante come uno in cui parlo del sistema intestinale delle blatte;
- Nei bidoni spesso i sacchi non si cambiano ma il contenuto viene travasato in sacchi più grossi per evitare di fare 1000 giri fino al bidone della spazzatura condominiale e durante questa operazione capita di vederne il contenuto;
ma soprattutto ecco la chicca
- Essendo stata introdotta la raccolta differenziata nella zona dove c'è il bar chi sgarra buttando cose riciclabili nell'indifferenziato e viceversa rischia sanzioni (per ora sono solo ammonimenti) cosa che per quanto fastidiosa è un chiaro indice della civiltà del nostro paese, per garantirti un futuro migliore ti devo minacciare con multe perchè se no per non perdere 2 minuti dellla tua vita non dividi l'immondizia (e quante persone conosco che sono così).
Il problema è che le multe (per ora solo avvisi ma in futuro il programma prevede proprio la sanzione pecuniaria) verrebbero attribuite al propietario del locale che così si vede costretto a "smistare" la spazzatura dei suoi avventori e ogni sera non manca di ringraziare la clientela che gli fa guadagnare questo, garantisco per esperienza, tutt'altro che piacevole lavoro, e la cosa divertente è che basterebbe che al posto di buttare la roba alla cazzo la lasciassero sui tavoli e lui se ne occuperebbe prima.

Ok la smetto di parlare di spazzatura, saluti a tutti lettori ecocompatibili;

Neve

p.s.: no dai questa la devo dire, parte del post girl power, i maschietti possono anche finire di leggere qui:
Signore mi rendo conto che in quel periodo del mese avete tutt'altro a cui pensare ma quando finite in un bar perchè vi trovate costrette a cambiare l'assorbente, se il bar non dispone di un bidone apposta per gli assorbenti usati (vostro diritto farlo notare al gestore) fate una cortesia, dato che l'incidenza di vampiri che passano nei bagni dei bar per prendere uno spuntino mentre sono sopra la tazza è veramente scarsa, quando buttate l'usato e, scegliendo di buttarlo nel cestino della spazzatura, avete la decenza di non intasare il water (già successo anche quello e di nuovo tanti ringraziamenti dei gestori di locali)... avvolgetelo nella carta igenica se non avete altro, perchè a vedersi  sia per chi fa le pulizie sia per chi magari apre il bidone per gettare altro FA SCHIFO (e non solo a noi maschietti!)

lunedì, giugno 17, 2013

Il mio J.D.

Vi è mai capitato di sognare ad occhi aperti?
Io lo faccio spesso, mi riconcilia con il mio bambino interiore e soprattutto di tanto in tanto migliora un po la realtà.
Stamattina ad esempio venendo a lavoro, sono passato davanti alla solita caserma dei carabinieri dove ho notato un uomo che stava chiedendo indicazioni a due rappresentanti delle forze dell'ordine, mi ha divertito vedere i carabinieri che tentavano difficilmente di spiegare dove si trovasse "via dei muratori" sforzandosi di ricordare una strada leggermente complicata (continuava dritto sulla via da dove stavano dando indicazioni quindi giunto all'esselunga  neanche un kilometro più avanti,doveva girare a destra, è divertente anche sapere le risposte e tenersele per se a volte) e mi sono immaginato gli interventi prima dell'arrivo dei navigatori.
Bianco e nero musica di benny hill in sottofondo e quest'auto dei carabinieri che continuava a uscire e rientrare dalle varie traverse di una strada come in una tipica scena degli inseguimenti di scooby doo e con le facci sempre più perplesse dei carabinieri e la cosa mi ha strappato il primo sorriso della giornata.
E' veramente bello sognare ad occhi aperti, mi fa capire che per quanto posso apparire maturo alla fine dentro di me c'è ancora quel bambino che si immaginava grandi e potenti avversari che venivano sconfitti dai suoi pupazzetti delle tartarughe ninja (amavo le tartarughe ninja, sognavo di avere tra le mani del liquido radioattivo per poter trasformare le mie tartarughe di terra in possenti guerrieir ninja divoratori di pizza).
E ogni volta che riscopro il mio bambino interiore mi capita di pensare a tutte quelle volte che sento la frase "sono giovane dentro" che di solito è attribuita al fatto diuscire per locali, trarsi neri il sabato sera o bestialità varie, insomma la gioventù interiore è sempre associata al fatto di fare stronzate generalmente e io non ho mai capito il perchè.
Eppure io quando penso di essere giovane dentro penso a tutte quelle volte che, mi stupisco davanti a un paesaggio, mi trovo a ridere come un cretino con gli amici per una battuta insensata, riesco a fidarmi di qualcuno senza pensare che in qualche modo mi prenderà in giro, mi trovo a proporre quattro passi all'aperto in una calda serata estiva, faccio a gavettoni con gli amici fingendomi superiore e maturo.
Insomma per me la giovinezza interiore non prevede il fatto di chiudersi in un locale di non sapere che cosa si è fatto la sera prima perchè annebbiati dal alcol e tutte quelle cose che "fanno sentire giovani" quelli che in realtà io ritengo i morti della settimana, quelli che incroci dal lunedì al venerdì e hanno la faccia vitale come quella di uno zombie di resident evil.
Io mi sento giovane 365 giorni al anno anche quando sono a lavoro e immagino le cose più assurde e mi ritrovo a ridere mentre il mio capo magari è nel pieno di un discorso serio in cui critica qualcosa del mio operato.
Ed è per questo che quando sento qualcuno che si vende come giovane dentro perchè esce il sabato sera e/o si ubriaca fino a perdere l'opponibilità del pollice io rispondo: "ah davvero, io invece sono orgogliosamente vecchio dentro".
Perchè le rare volte che faccio le 4 o le 6 di mattina, per me sono eventi speciali di serate ricche di ricordi, non è uno standard che si ripete infinito ogni 7 giorni.
E ora me ne torno a sognare un mondo bizzarro che mi strapperà un nuovo sorriso!
...It's just a fantasy
It's not the real thing
It's just a fantasy
It's not the real thing
But sometimes a fantasy
Is all you need...

venerdì, maggio 31, 2013

Il libro di Zanna - Secondo Capitolo

Alcune settimane prima di quella notte alle ore 23.45 di una piovosa giornata primaverile.
La pioggia cadeva incessante ormai da parecchie ore e il cielo, coperto da una spessa coltre di nubi scure, veniva solcato da lampi al ritmo incessante dei tuoni. Jarod era seduto alla sua scrivania accanto alla finestra che dava su di un incolto giardino dominato dal buoi della notte, la luce della stanza era fioca e sostenuta soltanto da una piccola abasciur. Quelle condizioni di scarsa luce contrapposta al nero della notte, che poteva ammirare dalla finestra, gli davano una strana sensazione di sicurezza.
L’inchiostro si depositava cauto e tremolante tra le celle del modulo blu dominato da una mano incerta. Ho sempre detestato compilare quei documenti in cui i dati dovevano essere scritti nelle singole celle sequenziali, mi dava un senso di segregazione, di costringimento che non mi appartengono. Mi sento libero in genere ma quella sera quelle cellette mi lasciavano indifferente, ero più preoccupato dalla scelta che stavo facendo. In fondo, mi sono detto un sacco di volte, “cosa mi serviranno mai, finiranno per marcire li freschi e pronti per essere riutilizzati …forse”.
Nome, Cognome, Stato civile, Malattie, Dipendenze da droghe, Patologie si susseguivano in una dichiarazione spietata che non lasciava dubbi sulla scelta intrapresa. Alla fine la fatidica domanda, quella a cui molti rispondo NO e chi osa sbarrare il contrario di solito lo fanno affrontando una strada ignota scarsamente illuminata che sa di sacralità e scienza.
Quando da piccolo mi dicevano di stare attento alla compagnie con cui uscivo, che avrei potuto facilmente sbagliare strada e finire male, non capivo. Non capivo la metafora della strada in quanto vita. Per me una scelta era ed è una scelta, non ci sono scelte giuste o sbagliate ma solo risultati buoni o meno buoni. Da tutto si può trarre qualcosa di utile, anche dai risultati definibili “disastrosi”. Bhe all’età di ventinove anni ho capito che siamo solo dei passeggieri in una grandissima metropoli chiamata vita. L’ho capito per caso ascoltando durante uno dei miei tanti viaggi mentali una canzone di Iggy Pop del 1977 “The Passenger”. Ci vuole poco per perdersi in una città, specialmente se siamo troppo sicuri di noi stessi.
L'ultima decisione va presa comodamente pensai, così mi sdraiai sul divano nella penombra di quel posto che mi faceva stare bene quando tutto attorno a me crollava miseramente, quel posto che mi scaldava quando fuori faceva freddo, mi proteggeva quando le intemperie si abbattevano sulla città, quel posto che sentivo mio ovvero la mia casa. Quella sera decisi di svoltare di colpo e prendere la strada della donazione degli organi …”SI! ACCONSENTO L’ESPIANTO E LA DONAZIONE DEI MIEI ORGANI QUAL’ORA SIA ACCERTATA LA MORTE CEREBRALE”

Ore 21.45 alcune settimane dopo la firma del modulo.
Ero fermo davanti a quell'immensa porta blu antincendio da ormai 5 minuti buoni, immobile, a fissarla con la maniglia tra le mani nascondendomi dall'unico punto luce che possedeva per sfuggire allo sguardo dei miei colleghi. Quella sera era più dura del solito aprire quel mondo fatto di confusione, disorganizzazione e rapporti sociali mal sani. Quella sera era stato difficile persino varcare la porta d'ingresso, sentivo il peso del dolore che quel posto racchiudeva, della sofferenza delle persone ricoverate.
Jarod era da sempre un ragazzo molto sensibile, cercava di nasconderlo dietro ad un velo di ironia e svogliatezza, ma in realtà era incapace di esprimere i propri sentimenti e le proprie paure. Paure che da parecchi anni lo tormentavano e che a volte lo tenevano sveglio tutta la notte. Quella sera il suo stato d'animo era turbato da un lutto di un suo amico, un lutto inaspettato che ti colpisce come un fulmine a ciel sereno. La sua fede religiosa vacillava di diverso tempo sotto i colpi oscuri della vita, banalità per alcuni ma veri e propri rompicapo per una mente così desiderosi di risposte come quella di Jarod.
Quella porta rappresentava per lui una sorta di frontiera tra due mondi, quello fatto di pensieri tormentati riguardo ad un possibile lutto in famiglia, con tutte le conseguenze di un padre troppo attaccato al lavoro e unico custode di quell'impero che gli sarebbe inevitabilmente franato contro e il mondo di un lavoro che non lo rendeva soddisfatto e che a stento riusciva sopportare.
Una luce intensa e accecante si fece avanti d'improvviso nella penombra distogliendo Jarod dai suoi pensieri, a seguirla un forte boato e un rumore di passi frettolosi e ben marcati. La pioggia iniziò a sbattere contro i vetri della finestra e il sibilo del vento penetrò all'interno dell'ospedale conferendogli un accento ancora più tetro. Mi spostai verso la finestrella della porta per sbirciare i mie colleghi, l'occhio venne attratto inevitabilmente dalle lancette dell'orologio che mi ricordarono che il mio turno era già iniziato da 10 minuti, decisi così di accantonare i miei pensieri per un po’, chiudere gli occhi, riempire i polmoni di quella putrida aria ospedaliera e spingere verso il basso la maniglia facendo scivolare la pesante porta verso di me.

domenica, aprile 28, 2013

File: ZNN840428

Descrizione:
Il soggetto presenta una corporatura nella media rivestita di un po di grasso nella zona dello stomaco (consultare a questo proposito la sezione alimentazione), caratteristica predominante un naso irrazionalmente lungo che fa somigliare il viso a una theiera.
A livelllo pilifero possiamo notare dei capelli di un colore castano chiaro tenuti rasati nel tentativo di assumere un'aria più virile e minacciosa o, molto probabilmente, mascherare una precoce calvizia.
Sul viso compare spesso una barba incolta a ciuffi che ha la crescita ordinata delle oasi nel deserto, in pratica spunta in maniera totalmente casuale dove il bulbo pilifero riesce a trovare abbastanza nutrimento testosteronale, presente sul soggetto ma in maniera molto diradata.
Molto schivo di carattere è però dipendente dalla compagnia, membro molto attivo delle comunità di cui fa parte è in continuo dualismo tra la vita di branco e una vita ascetica in solitaria.
Caratterialmente molto accondiscentente rischia spesso abusi mentali e fisici dalle persone di cui si circonda, squadre di studiosi stanno cercando di capire quale sia l'aspetto fisionomico che porta chiunque lo frequenti a provare un'irrefrenabile voglia di colpirlo, tali studi verranno presto raccolti in un saggio dal titolo: "picchia Zanna; storia di un uomo che non va in palestra".

Habitat:
Data la natura fortemente indecisa del esemplare, non è chiaro quale sia l'Habitat a lui più congeniale avvistato in montagna e al mare, in luoghi affollatissimi e in posti solitari vive la sua vita senza una fissa dimora, pur pagando il mutuo per una casa nella sua città di origine, casa che recentemente ha iniziato a condividere con la compagna di vita (nonostante quanto potete supporre, purtroppo per la compagna ella è in pieno possesso delle sue capacità psico fisiche il che le rende molto difficile la convivenza con il soggetto).
Fedele, ma a volte dimenticata, compagna di viaggio è la sua macchina fotografica, a Londra si vocifera ancora di un folle fotografo dal aria sinistra che si spostava nottetempo tra i quartieri illuminandoli con il flash, Parigi trema quando si parla del "nasòn avèc la camèra",  sono poi migliaia gli avvistamenti lungo le autostrade italiane del folle che inchioda per fotografare gli alberi.

Alimentazione:
Tra le passioni (centinaia) del soggetto troviamo la cucina, mangiare e far da mangiare non sono mai stati un grosso problema per l'esemplare, e proprio coltivando questa passione ha coltivato anche un girovita leggermente rotondeggiante che spesso lo porta a tentare un qualche sport (che verrà abbandonato nel giro di breve tempo, perchè, tengo nuovamente a sottolinearlo, Zanna di costante ha l'incostanza).
La sua alimentazione liquida è varia e certamente non comprende solo l'acqua, la cosa spiega sue apparizioni in veste di molestatore di mucche finte, suonatore di violino, barbone barcollante, vomitatore molesto eccetera eccetera, il bere non è certo un problema, certo che se adeguatamente molestato non si sa dare un freno, e la cosa è ovviamente sfruttata da chi gli vuole bene.... per quanto la cosa possa apparire un ossimoro alle volte è l'unico modo per spegnere il suo cervello da segaiolo mentale una buona dose d'alchool.

Avvistamenti e vita recente:
Il primo avvistamento fu, per quel che mi riguarda, nei corridoi dell'Iti durante un intervallo, affiancato dall'amico di una vita Nose vagava con la sua classica camminata di "mi sto muovendo perchè ho ricevuto una spinta" e lo sguardo perso nel vuoto da buon sognatore.
Gli studi lo hanno portato a una vita informatica abbandonata a favore di una cariera nel campo della medicina, con buona pace dei pazienti che segue (a volte più che di pace si parla di riposo eterno, ma sono solo illazioni).
Relegato momentaneamente in una struttura ospedaliera che per lui sembra un carcere continua a sognare cambiamenti e nuove prospettive, tra un anno potrebbe benissimo essere nell'africa nera oppure, alla macchinetta del caffè del reparto cardiologia, di certo c'è solo che comunque tra un'anno ovunque sarà sognerà di essere da un'altra parte.
 Ha veramente troppi hobby per presumere di poterli elencare tutti in un solo post riassumendo veramente all'osso diciamo che ama qualsiasi cosa lo porti ad esplorare il mondo, e mondo può essere inteso come globo ma anche semplicemente come la strada vicino a casa sua da bravo sognatore trova qualcosa di cui stupirsi, o di cui lamentarsi ovunque vada.

Pro e contro:
questa è difficile, sono sempre stato convinto che molti pro siano dei contro per altre persone, ma nel suo caso i pro e i contro spesso coincidono per se stesso.
Amico affidabile si fa sempre in quattro per potere accontentare chi ama frequentare spesso mettendo in secondo piano le sue necessità;
Esploratore senza meta ha un carattere che concentra Indiana Jones e paperino, parte per l'avventura ma spesso si sente perso e fuori posto.
Ma in fondo è la sua dualità che affascina e fa presa, difficilmente se ci si lega al soggetto lo si allontana proprio per la sua costante incostanza che in qualche modo incontra il desiderio di tutti.
Come spesos ho scritto è un sognatore, e la forza dei sognatori è che pur sentendosi sempre  insoddisfatti non ne fanno un peso insormontabile ma cercano sempre di realizzare quel sogno che comunque sarà destinato a sfuggirgli, proprio perchè il sogno del sognatore zanna è quello di continuare a sognare.

Consigli per avvicinarlo:
Ha un carattere schivo con chi non conosce però è talmente facile farselo amico che trovo strano qualcuno non gli abbia ancora rubato l'identità, anzi forse non è ancora successo perchè neanche lui ha ancora capito bene quale sia la sua identità

Consigli per allontarlo:
Temo che in più di 6 anni di osservazione gli studiosi non sappiano ancora rispondere a questa domanda




Il libro di Zanna Primo Capitolo

La notte ha di per se qualcosa di affascinate, di misterioso d'inconsueto. C'è chi la ama per la sua vitalità permettendogli di utilizzare una maschera che di giorno nasconde sotto il letto quando si sveglia e c'è chi la ama per la sua capacità di rendere tutto più enigmatico. Jarod l'ha sempre vista come una dama ottocentesca misteriosa e pericolosa al tempo stesso. La rispetta come si rispettano i vecchi, perchè sa benissimo che dalla notte c'è sempre da imparare. Quella notte c'era qualcosa di più che il semplice fascino dei lampioni e delle zone d'ambra, del silenzio e del vociferare della natura, quella notte il tempo la dominava. Il forte vento faceva oscillare gli alberi come se fossero fuscelli e le cupe nuvole, solcate da lampi furtivi, rendevano il cielo al pari di un inferno. Tutto questo ammaliava sempre di più Jarod portando la sua voglia di lavorare a minimi storici. Jarod, così si faceva chiamare dai suo amici in onore ad una vecchia serie tv degli anni novanta, era un ragazzo introverso che come pensava lui stesso assomigliava molto ad un camaleonte. La sua estetica non era di quelle da premio oscar per la bellezza e le donne non le cadevano di certo ai piedi ...almeno che lui non provasse a fargli uno sgambetto. Tutto sommato era un tipo come tanti altri sulla trentina alto slanciato capello corto e profondi occhi azzurri con un fisico asciutto e una pancetta che amava definire a tartaruga spiaggiata.
Ore 21.45 ...il fascino della notte si estende su ogni cosa che incontra, proprio come il vecchio rudere in cui lavorara, un ospedale malandato di una piccola cittadina, costituito per lo più da reparti chiusi per la crisi del momento, ma che in quel contesto assumeva un'attrattiva nei suoi confronti tutta particolare. Il grande orologio all'ingresso ricordava molto il periodo degli anni in cui venne eretto l'allora sfarzoso edificio, anche se ad oggi sembrava solo più un grande marchingegno che contava i minuti di vita ai detenuti di quella struttura. I passi frettolosi di Jarod si alternavano in un perfetto ritmo con i movimenti rumorosi delle lancette, propagandosi per il lungo corridoio in penombra. Un susseguirsi di luci e ombre i rumori di un vecchio ascensore, porte che si aprono e si richiudono, rumore di chiavi e lucchetti aperti, vestiti lanciati nell'armadietto e di nuovo rumore di chiavi porte e luci che sfumano. Questa era la classica routine a cui era abituato ogni volta che montava di turno come infermiere, ma quella sera non aveva semplicemente voglia, aveva come il presentimento che doveva godersela quell'atmosfera da fine del mondo...

lunedì, aprile 22, 2013

Il quarantasettesimo Hitchcock

Cip.
Che vi viene in mente se dico cip?
Un componente del pc con un'evidente errore di scrittura? Uno scoiattolo dei cartoni animati? La pronuncia inglese del termine economico? Non parlerò di nulla di tutto questo miei informatici, sognatori poliglotti.
Se il titolo del post non vi avesse aiutato quello di cui andrò a discutere oggi (perchè non ho nulla di  meglio da fare, come ogni volta che scrivo sul blog) sono gli uccelli.
Ora che i pignoli sono tornati dal controllare se il film "gli uccelli" sia effettivamente il quarantessettesimo film di Hitchcock (senza contare i film non accreditati e le serie tv) posso tornare a tediarvi.
Ora invece sto attendendo che le menti più facilmente soggette alle associazioni pornografiche ritornino sulla terra.... ok è tornata anche la mia procedo (primo regalo un passera a chi ha altri gusti, termine che comunque non si allontana dall'argomento del post).
Fin da quando sono piccolo io detesto i pennuti, perchè ammettiamolo l'aquila sarà anche regale, il falco ha il suo fascino ma poi nel mondo aviario (la faticaccia di sto post sarà trovare sinonimi alla parola "uccelli") chi si salva? Lo struzzo è così idiota che per nascondersi mette la testa nella sabbia, la Colomba sarà anche un simbolo di pace ma non è buona neanche per le magie, sono infatti spesso sostitutite dai più economici piccioni bianchi, e a proposito di piccioni.... va beh ne discuterò più avanti!
Momento psicoanalisi, da cosa deriva questo mio odio per gli uccelli?
Mi sdraio sul divano, mi autoconsegno 80 euro per la seduta di psicoanalisi (non so se rientro negli standard della categoria, ma è una seduta tra amici)..... chiudo gli occhi mi concentro, eccomi mi rivedo bambino, uh che caruccio che sono, paffutello e pacioccoso, ed ecco mia nonna che mi porta nel...nel.... noooo sudo riaffiorano i ricordi, non voglio, AAAAAAAAAAAAAH.
Respiro, respiro, mi calmo i ricordi non possono far male, e qui c'è il mio psicologo che mi aiuterà ad affrontarli (per 80 euro porca troia o lo fa o gli do fuoco allo studio).
Eccomi nel pollaio, mia nonna sorride mi fa vedere i nuovi pulcini appena nati, che carini che sono gialli morbidi che pigolano con il loro pio pio .... quel pio pio, ripetitivo e un po irritante che però è sopportato dalla bellezza di quelle piccole e tenere creature, sono così belline quasi quasi mi allungo e ne prendo una, si si porgo la mano..... un verso carico di rabbia... un dolore acuto alla mano.... ecco ora ricordo, la chioccia che era stata allontanata dal pollaio in qualche modo è rientrata e visti i suoi piccoli in pericolo li ha difesi dandomi una beccata e gonfiando le piume per incutere timore.
Scena buffa, mi rendo conto che non sembra avventurosa come affrontare un leone o un toro, ma quando si hanno all'incirca 5 anni essere attaccato da un pollo non è poi così divertente, però per fortuna questo non alimentò la mia ornitofobia ma più che altrò fece nascere la mia ornitofobia ...aspetta... si mi rendo conto dell'impasse ma non è colpa mia se fobia vuol dire sia paura sia odio... facciamo a capirci il mio odio per i deponi uova nasce li.
E da allora i pio pio mi sono irritanti, i coccodè mi fanno scattare la voglia di sparare e la strada è in discesa.
Mi rendo conto che le povere creature, come tutti gli animali non hanno colpa ma a mia parziale difesa non è che le maledette abbiano fatto molto per farsi ben volere.
Esempi:
galli: per qualcosa come 24 anni appena albeggiava io sono stato svegliato da galli, ora d'inverno non è un grosso problema ma quando il sole nasce alle 5.00/5.30 la cosa è decisamente seccante, soprattuto visto che sfortuna vuole io non riesca a riprendere sonno una volta sveglio.
piccioni: tutit si lamentano che appena lavano la macchina piove, beati loro! Io appena lavo l'auto ho un personalissimo stormo di piccioni che me la scagazza tutta, almeno fantozzi aveva la nuvola che lo seguiva io invece ho questa dannazzione tubante.
Parentesi sui piccioni, spesso mi capita di passare in piazza duomo e vedere dei turisti che si fanno convincere a mettere delle briciole sulle mani per farsi volare addosso i maledetit uccellacci.... io ogn volta che vedo quella scena penso alla scena de "indiana jones e l'ultima crociata" in cui indiana e la dottoressa nazista si ritrovano nelle catacombe veneziate circondati da ratti.
uccello non identificato ricordo quando dovevo andare a un colloquio ero vestito tutto elegante e sul cancello dell'azienda dove dovevo fare collocuio un simpatico uccello me la mollo proprio sulla spalla della giacca nel esatto istante in cui suonavo il campanello per farmi aprire.
L'uccello suicida che in autostrada si schianta contro il vetro dell'auto che miracolosamente non è andato in frantumi (se pensate che sono stato fortunato, immaginatevi un frullato di uccello su un parabrezza mentre si guida ai 120 km/h, immaginate di dover fermarvi solo basandovi sugli specchietti retrovisori e su quelli laterali e immaginatevi di dover pulire il suddetto frullato con pochi fogli di carta e quel poco di liquido per pulire il parabrezza che contiene l'apposita vaschetta.
Va beh vi ho annoiato abbastanza, comunque per vostra conoscenza tutto sto post è nato perchè a Milano, meravigliosa città inquinata da qualche giorno a questa parte una nidiata di uccelli è nada sul tetto di casa mia e dalle 5.30 in poi iniziano i fottutissimi CIP....... qualcuno mi dia un lanciafiamme!!!!!!

giovedì, marzo 28, 2013

Crossover

Che periodo strano;
gli intrecci con le vite degli altri si stanno facendo sempre più fitti, alcune amicizie passano in secondo piano altre iniziano a formarsi, altre ancora tentano di invadere prepotentemente la mia vita proprio in un momento in cui il timoniere della mia nave è stato legato imbavagliato (e voci non confermate parlano addirittura di stupro).
Mi sento in balia degli eventi, in balia delle persone, storie che si accavallano,eventi al di fuori del mio controllo, menzogne che mi si rivelano altre che continuano a essermi nascoste (o che chi me le propone è convinto mi siano celate).
Ho sempre avuto tra i pregi quello di separare lavoro e vita sociale perchè in un certo qual modo riuscivo a trovare equilibrio una volta nell'uno una volta nell'altro (quando non ero in quella situazione idilliaca per cui entrambi erano in trend positivo), ma in questo periodo la situazione è devastante su tutti e due i fronti e io rischio il tilt, teso come una corda di violino non riesco più a celare il mio disgusto per molti discorsi che sento, discorsi montati su valori e principi artefatti e in cui nessuno dei ciceroni crede.
Non tollero più che a lavoro si pretenda professionalità attenzione e capacità e queste non vengano riconosciute perchè... "siamo in crisi abbassa la testa" .... prima di abbassare la testa abbasso lo standard!
Non tollero più che nel privato mi si parli di rispetto di qualsiasi valore fosse anche la puntualità e poi non si rispetti nulla di quello che si idealizza o si pretende dagli altri.
E che succede? Le soluzioni che mi si presentano sono solo due, monto il sorriso finto quello del sorrido anche se sto male oppure vado in tanatosi.
La soluzione del "sorrido anche se sto male" non la userò mai, se sto male lo dico, pretendo che si sappia troppe volte sono stato in silenzio in passato chiedendomi perchè non mi si aiutava, sono infettivo più del maltempo per un metereopata, se sto male a lavoro lo faccio presente a lavoro se sto male nella vita privata lo faccio presente a chi fa parte della mia vita privata! La paura di mostrarsi deboli per essere valutati tali è da vigliacchi e deboli (straordinariamente un controsenso ma è così), e io così non mi ci sento più  quindi sia a lavoro sia nella vita privata in questo periodo investo le persone (soprattutto le viscide) con "l'inverno del mio malcontento".
E allora quando sono li li per rischiare il tilt vado in tanatosi, che io sia immezzo a una folla o che sia a casa da solo, dato che la mia attuale immobilità non mi permette di ricercare la cara vecchia montagna, dai su proponetemi fottutissime soluzioni con treni e pullman che ho dei fanculo belli caldi e non ho paura di usarli, mi isolo, il rumore di fondo diventa totalmente impercettibile e nella mia mente rivivo tutti quei paesaggi tranquillizanti e spettacolari che ho visto durante le tante mie escursioni.
Il relax della vista sul lago di como dal alto, il divertimento sulla neve nei boschi mentre si ciaspolava e tanti ricordi a cui mi aggrappo per trovare quella pace interiore che in questo momento sento rifuggire.
E tra un paesaggio e l'altro emerge l'amico che mi chiede cosa ho dopo aver fatto un discorso da ceffoni, il collega che mi fa notare che non sono concentrato, un vicino che grida per qualche cazzata e io, pazzo, interagisco il minimo possibile e mi ributto in quelle immagini così energizzanti come quando si fa dello snorkeling, l'orribile realtà ricompare giusto il tempo di una boccata d'aria e poi si ritorna all'esplorazione.
E' un momento passerà, potrebbe migliorare o peggiorare di certo so che non perdurerà a lungo (comunque troppo).
Verrò a capo di questo garbuglio di conoscenze, vita privata e vita lavorativa e se così non sarà .... mi ritufferò nei ricordi piacevoli e rilassanti e lascierò andare in secondo piano tutto, perchè io valgo (anche se non uso Loreal).
Chissà se in giro per il mondo non sono l'unico ad avere questi ricordi rassicuranti a cui aggrapparsi nei momenti bui, se devo usare il passato lo uso come carica e non come ancora e adesso torno a tentare di liberare il timoniere;

Neve

domenica, marzo 17, 2013

88 miglia orarie

Tra le mie filosofie c'è che il passato è passato, non bisogna stare troppo a rimuginare sulle infinite possibilità che ci ha fatto perdere una determinata scelta che abbiamo fatto, ed è per questo che non dico mai (ammetto che alle volte lo penso ma non lo dico mai) "se solo quel giorno avessi/non avessi ....", perchè la scelta che ho preso quel giorno non è più modificabile, è inutile immaginare quello che io chiamo l'albero delle possibilità di eventi passati, tutti i rami di quel albero sono stati recisi a favore di quello che stiamo vivendo, sarebbe come guardare un palazzo e dire "guarda che bel bosco che c'è li" immaginandoci un lussureggiante verde che c'era nel medioevo.... roba da pazzi.
In sti giorni però il passato sta tornando prepotente nel mio presente mettendo in dubbio il mio futuro, tante date che si mischiano per scuotere l'albero della mia vita e rendermi poco chiaro quello che mi aspetta in futuro.
Turbinio temporale, 17/09/1984, 18/03/2003, 11/05/2009, 21/07/2009, 05/08/2009, 16/03/2013 immagini di luoghi, persone, frasi, tutto si mischia in un frullato emotivo che mi lascia spaventato e pensieroso perchè per una volta quello che succederà in futuro non è sotto il mio controllo ma lo decideranno altri, medici per carità ma sempre gente esterna che per quanto abbia studiato di me e della mia vita non sa nulla e, contrariamente a quanto ci fanno credere i telepolpettoni a cui siamo abituati, di quello che sarà la mia vita a seguito della loro decisione non fregherà nulla.
In tutto questo per una volta sono io a cercare qualcuno con cui parlare, magari sfogarmi ma sembra che tutti quelli che cerco non ci siano o non abbiano tempo, sono in una bolla solo con i miei dubbi, solo con i miei mille se,  sono il primo a essere logicamente consapevole che nessuno potrà togliermi i dubbi o rassicurarmi più di tanto, ma ho di nuovo quella voglia di urlare e per una volta vorrei che il vento non fosse l'unico a sentirmi.
Avete letto fino a qui, vi sarete immaginati chissà quale grosso problema ma prima di andare avanti voglio rassicurarvi (e magari farvi smettere di perdere tempo) che il mio problema riguarda il rinnovo della patente (avete notato che due date erano a  distanza di circa 10 anni l'una dall'altra?).
Tutto inizia il 17/09/1984 quando per caso o per desiderio come capita a tutti venni al mondo, un bambino come tanti, che assomigliava a una patata come tutti i bambini (si ok c'è sempre la gara per decidere se un bambino assomiglia al papà o alla mamma, per me un bambino assomiglia a una patata quindi o uno dei due genitori è un tubero oppure bisogna aspettare qualche anno per notare le prime somiglianze).
Un bambino come tanti già.... ma con un piccolo regalo nascosto nei neandri del suo cervello, il riempipannolini Neve non lo poteva sapere e lo avrebbe ignorato ancora per molto tempo ma qualcosa nella sua scatola cranica non era stato montato in maniera corretta e come una bomba a orologeria un timer partì, tic tac, silenzioso e letale, aveva iniziato il suo conto alla rovescia.
Il bambino cresce, diventa ragazzo affrontando i tipici problemi dell'adolescenza (e anche qualcuno in più, un sentito grazie al fato!) e arriva al suo diciottesimo compleanno.
Se questa fosse una fiaba ora arriverebbe il colpo di scena con la strega cattiva, il perfido mago o chi per lui, ma questa non è una fiaba questa è la mia vita, una vita come tante e a 18 anni l'unica cosa di rilevante che successe è che presi la patente (con qualche mese di ritardo, non ho mai avuto fretta di automunirmi, la mia vita era comodamente a portata di gambe ai tempi).
Ed ecco che giunge il 18/03/2003 nonostante una partenza con il freno a mano tirato (l'emozione) l'esame di scuola guida va bene (anche perchè ho fatto l'unico parcheggio a L in salita della mia vita, dato che solo un'esaminatrice donna poteva partorire l'idea di fare un parcheggioa L su una salita) e ottengo la mai preziosissima patente che conservo tutt'ora con quella foto di me ciccionissimo che non viene mai riconosciuta le rare volte che vengo fermato.
tic tac tic tac l'orologio del timer corre, e nel frattempo corre anche la mia vita, eccomi diplomato, e quindi all'università, una facoltà inutile che però ha avuto il pregio di farmi conoscere belle persone che in un modo o nell'altro hanno significato e significano tuttora molto. Mi laureo (con un po di fatica, ma quando una laurea che dovrebbe formarti all'informatica contiene una disgustosa percentuale di elettronica superiore al 1% uno che odia la seconda materia si demoralizza un po.... inoltre alle solite, anche se sembra una scusa banale, alcuni fattori esterni hanno reso la mia concentrazione e resa allo studio leggermente carente).
09/2008 trovo lavoro in un'azienda su cui non mi dilungo (ci lavoro tutt'ora e qualsiasi cosa direi potrebbe essere usata contro di me, soprattutto dato che ho poco di positivo da riferire) e la bomba celebrale inizia a surriscaldarsi, benedetta fu la quantità di lavoro che probabilmente ha fatto innescare qualcosa di meno rischioso della deflagrazione a cui era destinato il timer.
11/05/2009 il giorno in cui conobbi la paura, quella vera, quella che ti fa pensare alla morte e oltre alla paura di quel giorno la seconda cosa che mi torna in mente è la parola (che poi è molto più di una parola) "Pastore", finii prima di lavorare quel giorno, uno dei miei soliti mal di testa, fatto di capogiri e una forte fotosensibilità, come al solito mi scusai della cosa con il mio capo e me ne andai a casa maledicendo quello che credevo, appunto, essere uno dei soliti mal di testa.
Arrivato a casa trovai mia madre, intenta a parlare con un ospite (la Emma cugina di non so quale grado con mio padre, è strano ricordo ogni dettaglio di quel maledetto pomeriggio), ricordo che anche mia madre definì quel mal di testa il mio "solito" mal di testa e mi portò a letto, chiedendomi se per caso avessi mangiato qualcosa di strano o di particolarmente difficile da digerire (di solito mal di testa e vomito andavano a braccetto) e io dissi di no, che avevo mangiato l'insalata di riso che mi aveva fatto (ed era così).
Mi sveglio più tardi nuovamente mia madre portandomi una borsa dell'acqua calda perchè vedeva che tremavo e dicendomi che sarebbe passata più tardi con una medicina.
Passò il tempo e al posto di mia madre ecco mia sorella, il mal di testa era feroce e lei mi porgeva la medicina solita che prendevo in caso di mal di testa (strano a dirsi, una medicina che ho preso per anni e di cui ora non ricordo il nome) la ringraziai e di nuovo lei mi disse mentre io mi fasciavo la testa con il cuscino che sarebbe passata più tardi per portarmi una camomilla, ma la bomba stava fondendo e da li a poco sarebbe esploso il panico.
Riaprii gli occhi mia sorella aveva la camomilla le feci un cenno tra i dolori di lasciarla sul comodino, un cenno, non parlai ... poi lei mi disse qualcosa e io provai a risponderle, quel che venne fuori fu una sequela confusa di parole e su tutte mi ricordo solo "pastore", diavolo me ne resi subito conto anche io che quello che dissi non aveva senso e tentai di ripetermi, il viso di mia sorella sempre più confuso per le mie frasi senza senso mi fece piombare nella disperazione, chiesi aiuto, cercai almeno, ma di nuovo uno sbiascichio di parole e su tutte "pastore", mia sorella usci dalla camera e andò a chiamare mia madre, per me fu il panico, non riuscivo a farmi capire, io cresciuto convinto che l'informazione fosse tutto non riuscivo a comunicare, mi sentii mancare e probabilmente svenni, mi risvegliarono le telefonate di mia madre ad amici dottori e quindi il vociare ancora confuso degli infermieri della croce rossa, continuavano a farmi domande, ma anche la più semplice non aveva risposta, "pastore" quella era l'unica parola che tornava prepotente e senza significato alcuno il resto era una sequela di (e cito dal referto medico) "disturbo dell'eloquio" i ricordi a questo punto si fanno confusi, tra panico e paura non riesco a riunirli tutti, ricordo che mi fecero un TAC e mi chiesero di spostarmi dal lettino al loculo per la TAC, ricordo il dottore che mi svegliava e mi faceva domande a cui continuavo a non riuscire a dare risposta,  ricordo di aver sognato per la prima volta la stanza bianca (e di questo non so se mai ve ne parlerò, l'ho confidato a pochi e ne conosco anche il significato inconscio quindi non ho bisogno di pareri vari). Ricordo che mi ripresi verso le 3 del mattino quando il dottore finalmente ebbe una risposta alla sua serie di domande ridicole:
"come ti chiami?", "Davide",
"sai dove ti trovi?", "all'ospedale temo"
"quando sei nato?","il 17/09 assieme a mia sorella"
"che giorno è oggi?","Lunedì"
"si ma il numero?","Passo la giornata a emettere polizze variando date per vedere cosa succede in un'annualità, ho un mal di testa che mi sta distruggendo non le basta lunedì come risposta?" (Neve viene sempre fuori)
e ricordo il viso di mia madre, disperato quando il medico le comunicò che avevano trovato quella fottuta bomba nel cervello e che era nota scentificamente come cavernoma paraventricolare destro, una sequela di parole che per me non avevano senso ma che da quel giorno si sarebbero piazzate nella mia memoria.
Da quella sera i discorsi sulla mia salute si incrementarono, tanti bla bla, tanti quest'ospedale è meglio di questo e poi io che presi la decisione, l'operazione di doveva fare e l'ospedale prescelto sarebbe stato quello di Novara e non mi interessava se a Pisa operavano meglio, se a Bologna la mensa era migliore, se a Bari si moriva vista mare, poche cancie se dovevo tirare le cuoia lo volevo fare vicino a casa (e vi assicuro che il ragionamento fu veramente quello)
21/07/2009 entrai all'ospedale Maggiore di Novara, esami preparatori, firma del consenso informato (ricordo ancora il discorso del anestesista e chirurgo, "dunque lei verà sedato con la sostanza xyz e quindi le verrà pratic..." io:"scusi a questo punto sto dormendo?" anestesista:"si certo l'anestesia sarà totale" io:"ok ne so quanto ne devo sapere, datemi i fogli li leggerò e li firmerò" diedi una scorsa veloce a tutti in misteriosi termini tecnici scritti sul consenso informato, guardai il chirurgo e dissi "io firmo, ma mi garantisca una cosa, o esco da quella sala in grado di muovermi sentire e tutte le cose che do per scontato adesso, o non mi ci faccia proprio uscire!" il chirurgo mi guardo e tentò una risposta, lo zittii e firmai)
05/08/2009 era mattino e ho pochi ricordi, ricordo che ero assonnatissimo perchè il ragazzo in camera con me era preoccupatissimo per un'operazione che doveva fare (un qualcosa al polso, non ricordo ci parlai tutta la notte ma francamente ero più preoccupato per la mia operazione al cervello a rischio paralisi che per la sua operazione al polso a rischio "addio solitari"), mi ricordo l'infermiere che vedendomi teso mi strinse la spalla, ancora oggi non so se lo fece per darmi coraggio o fu un caso ma quel gesto mi calmò profondamente (e che ci crediate o no ho le lacrime agli occhi mentre mi maledico per non sapere ancora oggi chi era quel ragazzo) mi ricordo di essermi sdraiato su quel lettino freddo mi ricordo la frase dell'anestesista che mi disse di contare fino a 10 e mi ricordo la mia risposta: "senta non prendiamoci in gi....." poi buio, mi ricordo il risveglio in terapia intensiva con delle voci indistinte e il fatto di essere ritornato a dormire quasi subito, mi ricordo il secondo risveglio con la voce rotta dall'emozione di mia madre che mi chiedeva se andava tutto bene, mi ricordo che ubriaco di tranquillanti trattai male tutte le infermiere della terapia intensiva, e ancora ricordo la risata di mia madre alla domanda "mamma... ma ho gli occhi aperti?" per la fottuta paura di essere rimasto cieco ricordo quanto stetti bene quando mi rispose: "no sciocco non hai ancora il controllo dei muscoli e i tuoi occhi sono chiusi".
Ricordo la felicità quando la luce mi diede fastidio quando riaprii i miei occhi, ricordo il viso di mia sorella quando tornai in camera, ricordo i miei amici che mi venivano a trovare sacrificando le loro vacanze, ricordo la follia di andare in giro per Novara con tutte le farfalle per i vari tubi ancora ai bracci, ricordo il viso della pannettiera che mi guardava stranito proprio perchè accortasi delle farfalle, ricordo la capo sala che mi insultava per essere sparito senza dire nulla, ricordo la felicità di riuscire a camminare ed uscire da quel fottuto ospedale con buona pace degli infermieri che non sapevano che il motivo per cui uscivo era perchè quel ospedale portava con se brutti e dolorosi ricordi.
Ricordo che con stupore dei medici l'11/08 venivo dimesso in piena forma apochi giorni di distanza da un'operazione al cervello, ricordo le cazzate che feci, il dimenticarmi i farmaci, il bere alchool contro parere del medico che mi seguiva, ricordo quanto in fretta tornai sulla retta via quando finii nuovamente al ospedale a seguito di uno svenimento, ricordo quanto ero felice della mia normalità riconquistata anche se con quei fottuti farmaci da prendere, e ricordo tante altre cose su tutte quella di essere accettato pienamente dai miei amici e dai miei famigliari ,e spero perchè ero e sono una bella persona, non per abitudine, come mi è stato detto recentemente, ferendomi in un modo mai conosciuto, nonostante la mia omosessualità (si la butto li ma non è il perno del post ora come ora).
Ricordo tutte le difficoltà che mi portò il post operatorio, le rinuncie che dovetti fare per rimanere in salute le cose nella lista del "da farsi" che furono spostate nella lista del "sogna", ricordo tutto chiaramente eppure non ci ho mai pensato così tanto come ora.
Perchè in fondo la mia vita è tornata normale, a seguito dell'operazione è anzi migliorata, ho conosciuto l'amore, mi sono dato a molti interessi, ho riscoperto un nuovo Neve, un Neve normale fino a ieri almeno
16/03/2013 una sequenza di imprevisti (piacevoli e non) hanno rimadato la visita per il rinnovo della patente ed eccomi a un autoscuola che come tutti supero l'esame della vista (obbligo di occhiali sto giro, la mia vista si sta lentamente disfacendo) mi sento normale, come mi sento di solito fino a una domanda, tanto banale quanto inaspettata: "lei ha mai subito interventi chirurgici?" io senza pensarci: "si nel 2009 mi hanno operato al cervello" la dottoressa con un'umanità pari a quella di una montagna di sterco fumante appena prodotto alza lo sguardo mi guarda seccata e mi straccia davanti agli occhi la mia richiesta di rinnovo patente: "anche lei, in questi casi ci va il rinnovo tramite commissione medica, sempre che glielo diano" una cattiveria e una furia insensata mi fanno piombare dalla mia vita normale a quella di diversamente abile, quello che ha bisogno di un controllo in pià per avere il pollice in su (errore storico comunque ma non sto qui a sindacare, in realtà molti sostengono che i gladiatori erano salvi quando il pollice era verso, dato che simboleggiava la spada estratta, pollice su, o nella sua elsa, pollice giù).
Ed eccomi qui, alle 20.00 di una domenica sera, dopo aver cercato aiuto in tutti quelli che avevo voglia di sentire a sfogarmi a un pc, tante domande affollano la mia testa, che purtroppo si prepara sempre al caso peggiore, cosa succederà se non mi rinnovano la patente, a me che ho sempre odiato i mezzi pubblici?
Nessuno può dare una risposta certa a una domanda futura venutami nel presente per eventi passati, ma la cosa mi sta lacerando, anzi mi stava, perchè pur con preoccupazione queste mie parole, che forse verranno perse per sempre nel web mi hanno fatto scaricare un po dalle mie paure, spero di non incappare di nuovo nella fottuta stanza bianca dei miei sogni (si lo so è da bastardi continuare a citare una cosa senza dire cos'è ma per una volta permettetemelo).
Vi prego solo di non commentare con frasi banali, perchè che mi sto fasciando la testa prima di essermela rotta lo so bene anche io, e che tutto andrà bene non lo può sapere nessuno.... stasera avevo voglia di urlare, prendete il mio urlo e se volete rispondermi parlatemi piuttosto della gradazione della vodka (di cui avrei una fottuta voglia al momento) ma vi prego nuovamente, niente banalità, non servono a nessuno, non sono servite e non serviranno mai.
Un abbraccio;

Neve

...ah e alla simaptica dottoressa di ieri non mi resta che augurare prima il male alla persona a cui vuole più bene, e poi il male assoluto a lei, perchè si sono buono ma sono anche la persona più malvagia di questa terra quando c'è da maledire qualcuno

mercoledì, marzo 13, 2013

Il doppio prego cinese

Stasera ho levato i calici e ho brindato, ho brindato festoso e allegro al fallimento.
E' così facile festeggiare una vittoria, eppure si dice che sono le sconfitte che ci insegnano qualcosa ma ogni volta hce ci si sente giù di morale per qualcosa o qualcuno si tocca il fondo, si è tristi di una tristezza che si è convinti di passare agli altri.
Negli ultimi tempi mi capita spesso di vivere questa situazione, la crisi economica ha soppiantato una crisi ben più grave che sta devastando il mondo, la crisi umana, sempre più persone sempre più spesso si sentono demotivate e fuori posto, fallite.
Fallite per varie motivi, perchè irrealizzate lavorativamente, perchè si sentono sole, perchè in qualche fottuto modo si sentono sbagliate, e alle volte irrealizzato lavorativamente, solo o fottutamente sbagliato mi sento anche io, anche io sono un fallito.
Ma non vi preoccupate, anzi riempite i calici è tempo del discorso.
Levo il mio calice a tutti quelli che hanno perso la loro occasione, o la stanno ancora aspettando.
Che alzi il suo bicchiere chiunque si è trovato in un angolo di una stanza a chiedersi perchè, questo brindisi è per voi, per noi, per quelli che mentre ramazzano il pavimento sognano di essere grandi ballerini, per chi davanti a un computer rimpiange il sogno del grande programmatore di videogiochi, per chi rincorre il grande amore e non impara ad amarsi, per chi arriva a metà mese e maledice il governo, per chi si sente troppo vecchio per vivere ancora con i suoi genitori, per chi pensa di aver buttato via anni di studio per ritrovarsi con un lavoro inutile o peggio ancora senza lavoro, per chi invidia l'ultima starletta della tv chiedendosi quando arriveranno i suoi 15 minuti di celebrità, per chi maledice quel kilo che proprio non vuole andarsene o arrivare dal totale presentato dalla bilancia, per chi arriva sempre in ritardo anche correndo come un disperato, per coloro che hanno il cuore infranto, per chi riceve lo sfogo immotivato di una persona, per chi si fa il culo per qualcosa e non riesce mai nel suo intento.
Alzate quel calice, levate quel bicchiere, innalzate quel boccale e brindate, un unico grande brindisi che ci faccia sentire uniti perchè non si è mai falliti se non si è soli e non esiste un solo fallito al monto per sfortuna, che il riverbero del cin faccia voltare quelli che invece ce l'hanno fatta, i realizzati, perchè è gusto che sappiano, siamo qua, siamo un esercito, e senza di noi a fare da contrappeso alla bilancia del successo loro non si godrebbero poi così tanto quello che hanno.
A noi falliti perchè siamo importanti, perchè siamo talmente falliti che senza di noi non esisterebbe il successo, sorridiamo, magari non ci porterà realizzazione, amore, soldi o che ne so io... ma almeno ci farà stare bene.
CIN CIN* a tutti

Neve

*e visto che mi si rompe sempre sui titoli del post: CIN CIN è associato al brindisi in maniera onomatopeica ma solo come secondo motivo, infatti deriva a sua volta dal cinese ch’ing ch’ing (prego prego”). Tale formula di cortesia cinese è stata poi introdotta in Europa dai marinai inglesi.
In Italia infine è stata interpretata in modo onomatopeico, perchè simile al tintinnio dei bicchieri. E’ perciò diventata un augurio da pronunciare durante i brindisi, con il significato di “alla salute”.

lunedì, marzo 11, 2013

My name is Earl

Il Karma è una cosa buffa.... un cazzo!
Fai del bene e ti ritornerà indietro? Puah frasi da baci perugina, coccolatini che, ammettiamolo, fanno schifissimo vendono solo per quegli stolti romanticoni che vivono per trovare la frase del cuore (e negli ultimi tempi sono peggiorate anche quelle io in uno ho trovato una sequenza di smile).
Io non so quale divinità ho fatto arrabbiare durante la mia vita ma dev'essere veramenete incazzata questa entita superiore, ce ne sono troppe per stare dietro al elenco e alla fine la grande domanda è:
ammesso che esista un Dio, venererò quello giusto? Quanto ti sentiresti preso per il culo dopo una vita di ascetismo dedicato agli insegnamenti di budda e poi scopri che dovevi darti alla distruzione perchè dio è kali, insomma la teologia è una fottuta lotteria e se il premio è quello di una beatitudine eterna la sfiga è che se sei tra i perdenti ti meriti un'eterna dannazione.
Eterna dannazione, che per come mi stanno andando le cose recentemente non dev'essere che il semplice prolungamento della vita, cazzo potrei essere già morto e neanche essermene reso conto!
No non è il solito post piagnucoloso: tutto mi va male voglio il vostro conforto, continuo a essere uno che si ritira su da solo oggi è solo un urlare contro il vento.
Mi imagino li su uno scoglio, le onde di un mare minacciosso che si infrangono sotto di me, una pioggia scrosciante che spinta da un vento gelido sferza il mio viso e io che grido il mio "vaffanculo" al mondo, sono ancora in piedi nettuno ingrossa il tuo mare, eolo potenzia il tuo soffio, giove lancia i tuoi fulmini anche se il trucco inizia a colare pure immezzo a una tempesta io sono il clown, quello che spiazza con una risposta inaspettata quello che fanculizza ma con eleganza io non fingo di mascherare la mia faccia addolorata, io sono sorriso e tristezza assieme,io sono due facce!
E' l'essere due facce è salvifico, sono quello che si ritira su con una battuta quando è piombato nella tristezza, sono quello che si da un freno quando parte nella follia, sono il veneratore e il venerato, sono perfetto nell'imperfezione e chi mi si avvicina lo sa, spalla su cui piangere e pugno da evitare quando si fa una cazzata, ospite eccellente e buttafuori inamovibile.
E' un periodo in cui si mangia merda ma capita anche di avere a che fare con gente che ti riesce a strappare il sorriso con la sua semplicità, che ti fa capire che sei ancora forte manifestando le sue debolezze. Io non sono speciale, io sono come tutti, ho solo la consapevolezza che per cambiare il mondo bisogna prima interessarsi a se stessi perchè ognuno è il proprio mondo più importante attorno al quale gravitano altri mondi.
Il mio mondo è sconvolto da tempeste al momento, ma incanalerò l'energia del fulmine per farne armi e assorbiro la potenza dei venti per gonfiare i cuscini scorreggioni...perchè lo ripeto IO SONO DUE FACCE

martedì, febbraio 19, 2013

Il mosè di michelangelo

Perchè non scrivo?
Combattuto come al solito, voglia di scaricarmi verbalmente, senza però niente da dire di pratico o importante, foglio bianco come la neve, testa vuota con una promessa elettorale (ma si che siamo in periodo, se non faccio un po di battute politiche ora, quando mai).
Frulla frulla frulla, la mente vaga i pensieri si ingarbugliano, niente di che da dire.
Momento di timore, la mia vita è vuota che non so di che scrivere? Mi ritroverò presto anche io tra quelli che per avere argomenti o parlano di calcio o dell'ultimo libro che hanno letto? No non poso accettarlo!!!!
Geniale, il blog è un diario, chi ha detto che un diario deve per forza raccontare una storia sensata? Non voglio togliere nulla a Anna Frank ma ringrazio il cielo di non avere argomenti così pesanit da trattare.
Un diario può contenere pensieri in libertà!

serata strana:
 Mi ritrovo a casa di un'amica, non importa il motivo ma le ore corrono chiacchierando, lei è stanca stanchissima sono giorni che non dorme e mentre io mi distraggo a vedere la tv (Crozza a Sanremo, deludente con battute già sentite) lei si assenta un attimo.
Sovrappensiero non noto questa assenza, il monologo che seguo finisce, vedo ancora un pezzo di programma, si fanno le 23.30 quando mi ripiglio dal ipnotico vortice televisivo e mi accorgo che la mia amica non era più tornata.
Mi assale un dubbio, mi alzo dal divano vado verso la sua camera da letto, eccola appallotolata su se stessa che nella perfetta imitazione di un gatto dorme tranquilla recuperando quel sonno che le è stato negato da giorni, sorride, sorrido e torno sui miei passi.
spengo la tv e penso che è ora di tornare a casa..... momento ingegneristico drammatico: come uscire di casa senza svegliare la mia amica, non potevo andarmene semplicemente lasciando la porta aperta, non sarebbe stato per nulla carino, ritorno in sala e mi accorgo che le mie scarpe scricchiolano, le tolgo non devo assolutamente svegliare l'amica.
primo problema, uscire di casa e chiudere la porta, vado nel corridoio, analizzo la porta, due serrature, entrambe sbloccabili dal interno perfetto la soluzione è ovvia... frugo tra le chiavi vicino al mobiletto di entrata  e reperisco quelle della porta, estraggo dal portachiavi una delle due chiavi delle serrature e sono pronto ad uscire, ritorno in sala mi sto per rimettere le scarpe e penso che sarebbe comunque carino avvertire la mia amica del furto di chiave.
Carta mi serve della carta, l'avevo intravista quando sono entrato, la cerco in sala, niente... mi dirigo in uno stanzino facendomi luce con il cell perchè sono dannatamente vicino alla stanza dove lei sta dormendo intravedo il foglio sul tavolino, a passo sicuro mi ci dirigo, STUMP botta pazzesca dell'alluce sulla gamba del tavolino, mi mordo le labbra devo trattenere il dolore e con le lacrime agli occhi torno sui miei passi e in sala contemplo il mio tesoro cartaceo, devo solo più scrivere il messagg.... ma porca miseria mi manca la penna e sto giro non ho idea di dove trovarla.
Pausa riordino le idee la mia amica è una persona pratica, non avrei chance di trovare la penna in una casa che non conosco ma sono sicuro di trovarla in un posto, di nuovo all'entrata, trovo la borsa dell'amica la apro e trovo l'agognato premio la penna era sopra a tutti gli oggetti la prendo, scrivo il dannato biglietto con l'alluce che ancora pulsa per la botta, saluto l'amica le dico che le restituirò la chiave il giorno dopo prendo le scarpe in mano esco e chiudo la porta.
Faccio le scale e prima di uscire dalla porta delle scale rielenco mentalmente tutto quello che avevo prima di entrare, una volta uscito dalla porta non sarei potuto più rientrare nel palazzo senza suonare, scarpe, occhiali,chiavi di casa, chiavi dell'auto, valigetta ho tutto posso uscire, faccio un passo, pesto un sasso, sta volta grido e mentre grido guardo le scarpe che tengo ancora in mano e faccio l'unica cosa possibile, sorrido a quanto sono cretino e penso al sorriso tranquillo della mia amica che dorme.

E' tutto marketing:
Per vari motivi sto riguardando gli annunci di case...hem monolocali.... sgabuzzini in affitto a Milano, gli annunci immobiliari mi fanno sempre morire mancano delle specifiche, probabilmente vengono pagati a parole.
Generalmente quelle che terminano con vero affare mancano della specifica "per chi affitta/per chi vende".
Annuncio reale: Affittasi stupendo loft, arredato, comodo con i mezzi zona xxxxx, metri quadrati 25 ..... ora definire una stanza di 25 metri quadri un loft per me è come definire due bonsai una foresta, ma potrei essere pretenzioso.
Vorrei sottolineare che la lingua italiana fa differenza tra "stabile d'epoca" e "struttura fatiscente"
Se quando abbiamo un appuntamento per vedere una casa mi chiedi se posso passare a prenderti in ufficio mi paghi il viaggio, perchè va bene che sono un poveraccio ma non sono certo il tuo autista.
" E sa con tutti gli inquilini che non pagano che ci sono in giro dobbiamo premurarci " non vuol dire che siete liberi di prendere per il culo quelli che pagano e sono onesti.

Appuntamenti:
una volta le persone decidevano quando incontrarsi, adessso si aggiornano per sapere quando decidere quando incontrarsi e alla fine non si incontrano mai.... è un mondo strano

Dimissioni:
Il papa si dimette, ma dato che si è sempre dimostrato uno attaccato alle tradizioni (reintroduzione della messa in latino su tutte) visto che il detto è "morto un papa se ne fa un altro" chi è che si presta a premere il grilletto....hey era una battuta e comunque uno per volta!

Coerenza:
Non mi interessa cosa fanno gli altri, io a spettegolare non mi ci metto come xyz che va in giro a bla bla bla bla bla (discorso vero, e non ho la più pallida idea di chi sia xyz)

Coerenza 2:
x: "ormai tutte le persone giocano con gli altri e non pensano più ai sentimenti delle persone"
(20 minuti dopo)
io: "senti venerdì facciamo qualcosa"
 x: "no venerdì esco con uno, nulla di importante ho solo voglia di farmi una scopata"
io: "ah la cara vecchia trombaamicizia"
 x: "ma che questo è fuori è proprio innamorato, ma non ha capito un cazzo"
io: "ma..... no nulla!"

Coerenza 3:
io: "dico sempre tutto quello che penso"
x:  "sempre?"
io: "dico sempre tutto quello che penso a meno che non può ledere direttamente alla mia persona"

Fine

...ora meglio!