Stasera ho levato i calici e ho brindato, ho brindato festoso e allegro al fallimento.
E' così facile festeggiare una vittoria, eppure si dice che sono le sconfitte che ci insegnano qualcosa ma ogni volta hce ci si sente giù di morale per qualcosa o qualcuno si tocca il fondo, si è tristi di una tristezza che si è convinti di passare agli altri.
Negli ultimi tempi mi capita spesso di vivere questa situazione, la crisi economica ha soppiantato una crisi ben più grave che sta devastando il mondo, la crisi umana, sempre più persone sempre più spesso si sentono demotivate e fuori posto, fallite.
Fallite per varie motivi, perchè irrealizzate lavorativamente, perchè si sentono sole, perchè in qualche fottuto modo si sentono sbagliate, e alle volte irrealizzato lavorativamente, solo o fottutamente sbagliato mi sento anche io, anche io sono un fallito.
Ma non vi preoccupate, anzi riempite i calici è tempo del discorso.
Levo il mio calice a tutti quelli che hanno perso la loro occasione, o la stanno ancora aspettando.
Che alzi il suo bicchiere chiunque si è trovato in un angolo di una stanza a chiedersi perchè, questo brindisi è per voi, per noi, per quelli che mentre ramazzano il pavimento sognano di essere grandi ballerini, per chi davanti a un computer rimpiange il sogno del grande programmatore di videogiochi, per chi rincorre il grande amore e non impara ad amarsi, per chi arriva a metà mese e maledice il governo, per chi si sente troppo vecchio per vivere ancora con i suoi genitori, per chi pensa di aver buttato via anni di studio per ritrovarsi con un lavoro inutile o peggio ancora senza lavoro, per chi invidia l'ultima starletta della tv chiedendosi quando arriveranno i suoi 15 minuti di celebrità, per chi maledice quel kilo che proprio non vuole andarsene o arrivare dal totale presentato dalla bilancia, per chi arriva sempre in ritardo anche correndo come un disperato, per coloro che hanno il cuore infranto, per chi riceve lo sfogo immotivato di una persona, per chi si fa il culo per qualcosa e non riesce mai nel suo intento.
Alzate quel calice, levate quel bicchiere, innalzate quel boccale e brindate, un unico grande brindisi che ci faccia sentire uniti perchè non si è mai falliti se non si è soli e non esiste un solo fallito al monto per sfortuna, che il riverbero del cin faccia voltare quelli che invece ce l'hanno fatta, i realizzati, perchè è gusto che sappiano, siamo qua, siamo un esercito, e senza di noi a fare da contrappeso alla bilancia del successo loro non si godrebbero poi così tanto quello che hanno.
A noi falliti perchè siamo importanti, perchè siamo talmente falliti che senza di noi non esisterebbe il successo, sorridiamo, magari non ci porterà realizzazione, amore, soldi o che ne so io... ma almeno ci farà stare bene.
CIN CIN* a tutti
Neve
*e visto che mi si rompe sempre sui titoli del post: CIN CIN è associato al brindisi in maniera onomatopeica ma solo come secondo motivo, infatti deriva a sua volta dal cinese ch’ing ch’ing (prego prego”). Tale formula di cortesia cinese è stata poi introdotta in Europa dai marinai inglesi.
In Italia infine è stata
interpretata in modo onomatopeico, perchè simile al tintinnio dei bicchieri. E’
perciò diventata un augurio da pronunciare durante i brindisi, con il
significato di “alla salute”.
mercoledì, marzo 13, 2013
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3 commenti:
Cin cin :-)
Bella questa ode agli sconfitti...
Ma chissà, forse la vittoria premia gli sconfitti che non mollano, quelli che non si danno per vinti, che non si fanno schiacciare dalla delusione.
Gli sconfitti di oggi, saranno forse i vincitori di domani.
Hasta la victoria siempre!
Non la vedo come un'ode agli sconfitti ma come un'ode a chi vuol vivere :)
Grazie Neve.
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