Ore 21.45 ...il fascino della notte si estende su ogni cosa che incontra, proprio come il vecchio rudere in cui lavorara, un ospedale malandato di una piccola cittadina, costituito per lo più da reparti chiusi per la crisi del momento, ma che in quel contesto assumeva un'attrattiva nei suoi confronti tutta particolare. Il grande orologio all'ingresso ricordava molto il periodo degli anni in cui venne eretto l'allora sfarzoso edificio, anche se ad oggi sembrava solo più un grande marchingegno che contava i minuti di vita ai detenuti di quella struttura. I passi frettolosi di Jarod si alternavano in un perfetto ritmo con i movimenti rumorosi delle lancette, propagandosi per il lungo corridoio in penombra. Un susseguirsi di luci e ombre i rumori di un vecchio ascensore, porte che si aprono e si richiudono, rumore di chiavi e lucchetti aperti, vestiti lanciati nell'armadietto e di nuovo rumore di chiavi porte e luci che sfumano. Questa era la classica routine a cui era abituato ogni volta che montava di turno come infermiere, ma quella sera non aveva semplicemente voglia, aveva come il presentimento che doveva godersela quell'atmosfera da fine del mondo...
domenica, aprile 28, 2013
Il libro di Zanna Primo Capitolo
La notte ha di per se qualcosa di affascinate, di misterioso d'inconsueto.
C'è chi la ama per la sua vitalità permettendogli di utilizzare una maschera
che di giorno nasconde sotto il letto quando si sveglia e c'è chi la ama per la
sua capacità di rendere tutto più enigmatico. Jarod l'ha sempre vista come una
dama ottocentesca misteriosa e pericolosa al tempo stesso. La rispetta come si
rispettano i vecchi, perchè sa benissimo che dalla notte c'è sempre da
imparare. Quella notte c'era qualcosa di più che il semplice fascino dei
lampioni e delle zone d'ambra, del silenzio e del vociferare della natura,
quella notte il tempo la dominava. Il forte vento faceva oscillare gli alberi
come se fossero fuscelli e le cupe nuvole, solcate da lampi furtivi, rendevano
il cielo al pari di un inferno. Tutto questo ammaliava sempre di più Jarod
portando la sua voglia di lavorare a minimi storici. Jarod, così si faceva
chiamare dai suo amici in onore ad una vecchia serie tv degli anni novanta, era un ragazzo introverso che come pensava lui stesso
assomigliava molto ad un camaleonte. La sua estetica non era di quelle da
premio oscar per la bellezza e le donne non le cadevano di certo ai piedi
...almeno che lui non provasse a fargli uno sgambetto. Tutto sommato era un
tipo come tanti altri sulla trentina alto slanciato capello corto e profondi
occhi azzurri con un fisico asciutto e una pancetta che amava definire a
tartaruga spiaggiata.
Ore 21.45 ...il fascino della notte si estende su ogni cosa che incontra, proprio come il vecchio rudere in cui lavorara, un ospedale malandato di una piccola cittadina, costituito per lo più da reparti chiusi per la crisi del momento, ma che in quel contesto assumeva un'attrattiva nei suoi confronti tutta particolare. Il grande orologio all'ingresso ricordava molto il periodo degli anni in cui venne eretto l'allora sfarzoso edificio, anche se ad oggi sembrava solo più un grande marchingegno che contava i minuti di vita ai detenuti di quella struttura. I passi frettolosi di Jarod si alternavano in un perfetto ritmo con i movimenti rumorosi delle lancette, propagandosi per il lungo corridoio in penombra. Un susseguirsi di luci e ombre i rumori di un vecchio ascensore, porte che si aprono e si richiudono, rumore di chiavi e lucchetti aperti, vestiti lanciati nell'armadietto e di nuovo rumore di chiavi porte e luci che sfumano. Questa era la classica routine a cui era abituato ogni volta che montava di turno come infermiere, ma quella sera non aveva semplicemente voglia, aveva come il presentimento che doveva godersela quell'atmosfera da fine del mondo...
Ore 21.45 ...il fascino della notte si estende su ogni cosa che incontra, proprio come il vecchio rudere in cui lavorara, un ospedale malandato di una piccola cittadina, costituito per lo più da reparti chiusi per la crisi del momento, ma che in quel contesto assumeva un'attrattiva nei suoi confronti tutta particolare. Il grande orologio all'ingresso ricordava molto il periodo degli anni in cui venne eretto l'allora sfarzoso edificio, anche se ad oggi sembrava solo più un grande marchingegno che contava i minuti di vita ai detenuti di quella struttura. I passi frettolosi di Jarod si alternavano in un perfetto ritmo con i movimenti rumorosi delle lancette, propagandosi per il lungo corridoio in penombra. Un susseguirsi di luci e ombre i rumori di un vecchio ascensore, porte che si aprono e si richiudono, rumore di chiavi e lucchetti aperti, vestiti lanciati nell'armadietto e di nuovo rumore di chiavi porte e luci che sfumano. Questa era la classica routine a cui era abituato ogni volta che montava di turno come infermiere, ma quella sera non aveva semplicemente voglia, aveva come il presentimento che doveva godersela quell'atmosfera da fine del mondo...
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2 commenti:
aspetto con impazienza di leggere cosa succede a questo Jarod.
Vediamo se un'autobiografia ti fa riprendere le redini ;).
COmunque auguri vecchio se i 29 ti fanno sto effetto, possa Dio avere pietà delle nostre anime l'anno prossimo!!!!!
Ciao da colui che ha compiuto gli anni lo stesso tuo giorno.
L'ho sempre detto che i nati il 28 aprile sono i migliori ;)
Auguri per la tua autobiografia!
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